Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abbanoa, tre giorni per salvarsi dai debiti

Fonte: La Nuova Sardegna
19 ottobre 2012

SERVIZIO IDRICO»I COSTI E GLI SPRECHI  

Mancano i soldi per le condotte, lunedì vertice degli azionisti




di Pier Giorgio Pinna wSASSARI

Tutto in una mattina. Lunedì sarà una giornata decisiva per il futuro di Abbanoa. Se la società riuscirà a salvarsi dai debiti, si scoprirà solo fra tre giorni. Nell'hotel Mediterraneo, a Cagliari, alle 9.30 si riunirà l'assemblea degli azionisti. Scottante il tema al centro del dibattito: la capitalizzazione da parte della Regione. «In altre parole, si dovrà discutere "se", “come” e "quando" arriveranno i 128 milioni che attendiamo dal 2006, l'anno in cui è cominciata la nostra attività», dicono negli uffici dell'azienda. Sì, perché, com'era chiaro sin dall'inizio della nuova era seguita alla frammentazione delle competenze idriche in capo a soggetti diversi, senza quei soldi diventerà impossibile pagare subito i fornitori, onorare con tempestività i contratti con chi ha vinto gli appalti, svolgere tutte le manutenzioni. In sintesi estrema: sarà un guaio, dinanzi a tanta penuria di denaro cash, far funzionare il sistema delle condotte e assicurare al meglio i servizi. Finora dall'amministrazione sarda, che ha posto un quesito alla Ue perché valuti se il sostegno finanziario è possibile e legittimo, sono arrivati 18 milioni in 6 anni. «Troppo pochi per pensare a interventi strutturali», lasciano trapelare dalla società. Per fronteggiare i guasti, sopperire alle perdite di reti-colabrodo e aggirare gli altri gravi inconvenienti che negli ultimi mesi sono stati segnalati a centinaia in tutta l'isola non bastano i 40 milioni che arrivano ogni anno dalle bollette e che Abbanoa destina alle riparazioni. Allarmi. Mentre il passivo ufficiale accumulato da Abbanoa si aggira sui 140 mln, assommano a decine di altri milioni i debiti che, in una girandola vorticosa, la società sta via via annotando dal gennaio 2012 a oggi per andare al di là delle emergenze segnalate nell'isola. Nel frattempo, a complicare un quadro già di per sé scoraggiante, contribuisce l'aumento dei furti d'acqua: le denunce fatte da Abbanoa per allacciamenti abusivi e per prelievi non autorizzati sono salite a 387 solo da gennaio a oggi. Con un campionario di situazioni assurde e sconcertanti che copre buona parte del territorio regionale. Riunione. Al vertice di lunedì daranno il loro contributo la maggior parte dei Comuni dell'isola. Per l'esattezza, sono chiamati a partecipare 342 dei 377 sindaci sardi. E, visti i precedenti, sarà una riunione dai toni accesi. A detenere le maggiori quote restano le amministrazioni di Cagliari ( 18,81%), Sassari (13,82%) e la stessa giunta regionale (13,31%). Rispetto al 2011, e in base all'ultima parziale capitalizzazione, Sassari è quindi diventata la seconda azionista. In precedenza le quote erano diverse: Cagliari 17,93% ,Regione 14,49%, Sassari 13,18%. Mission. Quello da amministrare non è un patrimonio di poco conto. Soprattutto se si considerano le premesse e le difficoltà di sviluppo nella gestione del lavoro affidato ad Abbanoa. Le questioni di fondo rimangono garantire l'efficienza e stabilire se un domani dovrà essere sempre questa società a occuparsi del servizio o se invece s’individueranno altri protagonisti. Numeri. Nel 2011 il fatturato di Abbanoa è stato di 206 milioni. Con incassi per 185 mln, recupero crediti per 48, una copertura dei costi di appena l'82% del totale e una perdita d'esercizio, solo lo scorso anno, equivalente a 12 milioni. Ancora più allarmante lo stato patrimoniale ufficializzato sino dicembre 2011. Ossia il bilancio complessivo dei rapporti tra crediti (per 559 mln di euro) e debiti (pari a 698 mln). In questa situazione, di fronte a una mancanza di denaro per la missione istituzionale che si è da tempo cronicizzata, i vertici della società sostengono di essere costretti a barcamenarsi tra mille urgenze. «Ma spesso abbiamo a che fare con reti idriche vecchie, obsolete, magari costruite 30-40 anni fa e non più adeguate: allora non possiamo che tamponare», si è difesa in più occasioni Abbanoa. L’esempio. Significativo, sotto questo profilo, il caso delle condotte di Sassari. Dopo le durissime proteste di questi mesi a causa della carenza d'acqua in tanti quartieri della città, alla fine Abbanoa ha trovato le risorse per sostituire i primi 300 metri dei sei km di tubature che dagli impianti di sollevamento a Monte Oro arrivano fino alla circonvallazione di via Milano. Un piccolo tratto rispetto al totale, quindi. Così la società ha chiesto ulteriori fondi per arrivare a "coprire" almeno il chilometro iniziale, il più compromesso sotto il profilo delle perdite idriche. Si è in attesa di una risposta da parte dell'autorità d'ambito. Nel frattempo, com'è evidente, i disagi non potranno che continuare. Gestione. Come dimostra l’ultima bagarre sulle scuole lasciate a secco ad Alghero e come testimoniano parecchie altre segnalazioni su condomini in difficoltà in altre zone della Sardegna, quella di Sassari non è una querelle isolata. Di questi e di altri problemi, analoghi o simili, si discuterà dunque fra tre giorni a Cagliari. Ladri. Senza trascurare il fenomeno dei furti d'acqua. Che, attraverso i controlli capillari garantiti da Abbanoa, è risultato lontanissimo dai tassi fisiologici registrati in altre regioni italiane, toccando livelli da primati negativi. Ma soprattutto nell’assemblea convocata nel capoluogo di regione si parlerà dei nodi insoluti da anni. Quelli che vedono fronti contrapposti e inconciliabili: uno in difesa e l’altro all’attacco della società. Gli azionisti comunque tenteranno a questo punto di capire davvero se Abbanoa potrà avere un futuro. Oppure se, all'indomani delle campagne di mobilitazione contro la società e i suoi criteri di gestione, si dovrà passare a un’alternativa percorribile in concreto. Attese. A meno che, com’è già accaduto in passato, lunedì mattina, in poche ore, non prevalgano attendismo, scelte tattiche, compromessi, soluzioni-ponte in vista di sviluppi più generali. Tutte ipotesi che – è facile comprenderlo – farebbero ricadere sui cittadini-utenti il peso dell’emergenza acqua in Sardegna.