Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Massimo Murru e la Scala La danza come emozione

Fonte: L'Unione Sarda
29 ottobre 2008




Nel gennaio di due anni fa il suo Romeo regalò al pubblico del Teatro Lirico una grande emozione. Merito di Shakespeare e di Prokoviev, di John Neumeier e del suo Hamburg Ballet, merito di una Giulietta rarefatta e sublime: quella di Silvia Azzoni. Ieri sera Massimo Murru è tornato nel teatro cagliaritano. Stavolta non come ospite del grande balletto tedesco ma come prima stella di uno sciame di stelle: certamente il protagonista più atteso di questo Gala di danza fuori abbonamento. Con l'étoile internazionale, nato a Milano 36 anni fa da padre di Quartu e mamma veneta, dieci bravissimi ballerini della Scala: Sabrina Brazzo, Emanuela Montanari, Riccardo Massimi, Antonino Sutera, Chiara Borgia, Mariafrancesca Garritano, Daniela Cavalleri, Serena Sarnataro, Andrea Boi, Francesco Pio Ricci.
Dieci ballerini + uno, per uno spettacolo che non ha spezzettato emozioni e suggestioni (questo fanno i Gala) ma le ha esaltate, in un'altalena di intermittenze del cuore che ha opposto il classico al moderno, i balletti più noti e più cari al pubblico agli altri . Quelli firmati da William Forsyte e Roland Petit, John Neumeier e Alvin Ailey, Massimiliano Volpini e Angelin Preljocaj.
Uguali a se stessi da sempre i sentimenti raccontati, diversa la forma, e con la forma l'emozione. Così, ai fin troppo applauditi pas de deux del Corsaire e di Giselle , del Lago dei cigni e di Don Quixote , si sono contrapposti i pezzi più coinvolgenti: il fulminante In The Middle Somewhat Elevated che ha aperto la serata; la struggente Arlésienne di Bizet-Petit, che ha visto Murru accanto a Emanuela Montanari, sua partner in questo Gala; l'affascinante The River di Ailey, su musica di Duke Ellington; il poetico, rigoroso, sensuale Le Parc di Preljocaj, “un'opéra imaginaire inondata dalla musica di Mozart”, ancora con Murru-Montanari. E la delicatissima Aria , coreografata dal ballerino Massimiliano Volpini su musica di Tomaso Albinoni (e il pas de deux di Chiara Borgia e Andrea Boi). E infine Die Kameliendame , la dama delle camelie, la Traviata in danza. Coreografata dal grande Neumeier, interpretata da Murru-Montanari, accompagnata al pianoforte (finalmente musica viva), da Marcello Spaccarotella, ha rappresentato il momento più alto dell'intero spettacolo. Con la ballata di Chopin in sol minore opera 23 a segnare il tempo dell'amore e della morte tra Armand e Marguerite.
Un finale di grandissima emozione per uno spettacolo, segnato dalle luci di Marco Filibeck, dove tutte le stelle hanno brillato. Dove più di tutte ha brillato lui, per tecnica, talento, intelligenza interpretativa ed emotiva. Danseur noble e antidivo del balletto internazionale, Murru non ha fatto niente per strappare l'applauso. La regia della serata, pur riconoscendogli il ruolo di stella di prima grandezza, come si conviene, non ha messo in secondo piano nessuno dei dieci ballerini. Ed è stato proprio il ballerino, alla fine, a spingere con un gesto di grande affetto sul proscenio il giovane Andrea Boi (sardo di Nurri). Lui a trascinare tutti i suoi compagni nel saluto finale. Il più applaudito, con l'étoile, è stato Riccardo Massimi, caro al pubblico per le sue trascorse Notti di stelle col balletto di Sardegna. Organizzato dal Lirico (fuori abbonamento) in collaborazione con l'assessorato alla cultura, il Gala regalato dal teatro ai suoi abbonati ha avuto un'unica pecca: molte poltrone rosse incredibilmente vuote. Altri spettatori avrebbero saputo apprezzare meglio tanta bellezza. Non era una pecca, ma un segno di dolorosa attualità (proprio come le coreografie più belle), il volantino distribuito dalle rappresentanze sindacali unitarie. Sotto il titolo “Gala di danza... l'ultimo”, ribadiva le preoccupazioni per i nuovi tagli al Fondo Unico dello Spettacolo previsti per il prossimo triennio. E lanciava un appello ai governanti per la difesa della più importante industria culturale isolana. Lo slogan della protesta? Quello comune a tutti i teatri lirici italiani: “Nessun dorma”.
MARIA PAOLA MASALA

29/10/2008