Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lirico, accordi politici dietro la nomina

Fonte: La Nuova Sardegna
3 ottobre 2012

 
 

Marcella Crivellenti è considerata vicinissima a Vendola, patto con Cappellacci e Oppi sulle assunzioni al Molentargius


di Mauro Lissia wCAGLIARI Sarà in possesso di un «eccellente problem solving» come attesta il suo curriculum, ma la nuova sovrintendente Marcella Crivellenti avrà un bel daffare a sedare quella che si preannuncia come una rivolta sindacale nata dalla sua nomina, avvenuta col dissenso manifesto di tre consiglieri di amministrazione (Serci, Contu e Cualbu) e l’autoribaltone di uno, Maurizio Porcelli, saltato dall’opposizione all’incondizionata fiducia nelle scelte del sindaco Massimo Zedda, strano connubio tra un esponente del Pdl e uno di Sel, forse germogliato sull’attenzione per la salute di alcune associazioni che fanno capo all’ex presidente della commissione cultura. Il clima è teso: per adesso c’è una nota unitaria dei sindacati (che riportiamo a fianco) dai toni inequivocabili. Più avanti si profila un ricorso legato a diversi aspetti di questa decisione, apparsa più politica che meritocratica, comunque in contrasto aperto con gli annunci di Zedda. Il primo è formale: lo statuto della Fondazione, approvato nel 1999, fissa criteri rigorosi per la valutazione dei requisiti del sovrintendente. Prevede «specifica e comprovata esperienza nel settore dell’organizzazione musicale e della gestione di enti consimili». Gli enti consimili sono enti a gestione aziendale, come le Asl. Nel caso della Crivellenti si trovano collaborazioni con Banda Osiris e teatro delle Formiche, nessuna traccia di fondazioni di diritto privato o pubblico. Su questo punto potrebbe partire un’azione giudiziaria. L’altro aspetto è politico: da Zedda ci si attendeva una scelta slegata dalle vicinanze partitiche, era stato lui stesso ad annunciare un rinnovamento in questa direzione. I retroscena della nomina di avantieri sembrano portare altrove. Nata a Bari, la Crivellenti è legatissima al leader pugliese di Sel Nichi Vendola attraverso la famiglia. Ha lavorato a lungo in Puglia prima di approdare a Cagliari, chiamata nel 2008 dall’allora sovrintendente Maurizio Pietrantonio come assistente alla segreteria. Pietrantonio era stato espresso da An e il suo cuore politico è dichiaratamente rivolto a destra. Ma per capire occorre spostare l’attenzione su Bari e andare indietro sino alla battaglia interna tra Vendola e Michele Emiliano. Al sindaco vennero bloccati da Roma i fondi necessari per rilanciare il Petruzzelli e il teatro finì commissariato con un fedelissimo del sottosegretario Salvatore Nastasi, eminenza grigia della cultura nazionale, lo stesso che l’altro giorno ha espresso soddisfazione per la scelta della Crivellenti. L’operazione, realizzata una nuova spartizione del potere interno al Petruzzelli, si sarebbe dovuta concludere con l’arrivo a Cagliari di Silvio Maselli, indicato da Vendola. Poi tutto è saltato perché Maselli è rimasto impigliato in un autofinanziamento di un’opera personale coi soldi pubblici della Film Commission. Il vuoto lasciato da Maselli sarebbe stato colmato con un nome di riserva, quello della Crivellenti, orientata a destra ma convertita al verbo politico di Sel. Prima però Zedda ha dovuto chiudere un accordo con Ugo Cappellacci e Giorgio Oppi, che riguarderebbe il parco di Molentargius: nell’ente di gestione ci sono molti lavoratori da stabilizzare, la maggior parte è vicina a Sel. E’ probabile che il via libera ottenuto da Zedda in un incontro avvenuto poche ore prima della nomina al teatro lirico sia legato alla soluzione di questo problema. Questa ricostruzione spiega anche il ritardo con cui è arrivata la nomina: forse qualche dubbio l’ha avuto anche il sindaco. Mentre resta senza un perché la messa in scena costruita con la raccolta dei curricula: 45 manifestazioni di interesse cadute nel vuoto, perché almeno la matrice della scelta esisteva già prima dell’estate, quando il designato - come annunciato a suo tempo dalla Nuova Sardegna - era Maselli. Gli interrogativi riguardano ora le conseguenze: i sindacati studiano come muoversi, ma il primo effetto della scelta è stato la riunificazione delle sigle, compatte nel respingere una nomina considerata dai più offensiva per il teatro.