Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’onda lunga del Trip Hop, elettronica, baci e abbracci

Fonte: La Nuova Sardegna
28 ottobre 2008

MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2008

Pagina 37 - Cultura e Spettacoli

Cagliari, Tricky canta (poco) in un live multimediale






ANDREA MUSIO

CAGLIARI. Tricky in concerto, una boccata di ossigeno per la musica dal vivo prima della magra invernale. Almeno questo doveva essere. Certo è che il live c’è stato, ma definirlo addirittura concerto sarebbe una forzatura. L’inventore del trip-hop, sabato all’Auditorium del Conservatorio, per la serata di chiusura della seconda edizione del Karel music expò di Vox day, ha dato certo il meglio di sè. Un’ottima presenza scenica, buona scelta dei brani in scaletta, disponibile ed adorabile con i fans. Il problema sta nel fatto che la maggior parte del pubblico che ha gremito le poltroncine dell’Auditorium non è arrivato lì per vederlo saltare sul palco, agitarsi (il più del tempo di spalle con lo sguardo rivolto verso il batterista) e gridare parole a caso nel microfono tra un loop ed una eco, ma per sentirlo cantare. Il minimo indispensabile in tutto e per tutto. Dalla durata dell’esibizione, appena sessanta minuti, al numero delle canzoni, solo due, in cui il musicista di Bristol ha cantato. Per il resto dello show, Tricky sembrava più una special guest. A gestire gran parte del live l’incantevole voce dell’italiana Francesca Belmont, una delle scoperte tra i nuovi talenti portati alla ribalta dall’autore del disco di successo «Knowle West Boy» licenziato pochi mesi fa dalla Domino records. Sul versante del suono le cose non sono certo andate meglio. Fiumi in piena di bassi ai lati della sala ed il resto delle frequenze concentrate al centro. E la voce? Può ritenersi fortunato chi, tra i presenti, ha saputo leggere il labiale. Una esibizione divorata e digerita in pochissimo tempo. Quindici brani, a detta di uno dei musicisti sul palco, tratti dalla ricca discografia da solista di Tricky. Richiami alla musica pop e dark degli anni settanta e ottanta a partire dal fischiatissimo intro di «In the air tonight» dell’ex Genesis, Phil Collins, alla base di «Sweet dream» degli Eurytmics su cui è stata costruita «You don’t wanna» in apertura di performance fino alla celeberrima «Dear God» degli Xtc e alla stravolta versione di «Love cats» dei Cure. Scaletta monopolizzata, come prevedibile, dall’ultimo «Knowle West Boy» con le bellissime «Puppy toy», «Past mistake» o «Veronika» (grandi assenti l’autobiografica «Council estate» e «Baligaga») ed ancora una manciata di vecchi brani tra i quali «Overcome» tratta dal disco d’esordio «Maxinquaye» e «Lyrics of fury», «Blacksteel» o «Pumpkin». Chi si aspettava almeno «Karmacoma» dalla discografia dei Massive Attack non ha avuto altra scelta che tirare fuori il cd dalla bacheca. Una nota positiva? Se non altro ha avuto il buon gusto di concedersi ampiamente al pubblico, ovviamente non sul palco, per una lunga session, maggiore della durata del live. Sorrisi, foto, autografi, baci, abbracci e...sudore.