Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Alluvione, il dramma di San Michele

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2008

La conta dei danni. Viaggio nel quartiere a sei giorni dal nubifragio. «Ci serve aiuto, ma non sappiamo a chi rivolgerci»

Aziende distrutte, campi ridotti a risaie, cantine allagate

Tra le cause dell'allagamento la rotatoria di via Abruzzi e l'asfalto in via Puglia, che collega il cimitero a viale Monastir.
Leonardo Spiga, proprietario di un'officina semi-interrata in via Mandrolisai, credeva di farcela: «In trent'anni di attività, mai un allagamento». Si sbagliava: mercoledì scorso il fango, mischiato all'olio e alla benzina delle auto in attesa di riparazione, ha toccato il soffitto. E non si è salvato nulla: i libri contabili, le berline dei clienti, i pezzi di ricambio. Computer, trapani e attrezzature. Il forno per la verniciatura della carrozzeria è stato sfondato da un'ondata d'acqua marrone. Lo tsunami di San Michele. Anche i pesci dell'acquario - una trentina - sono morti: ne hanno trovato vivo solo uno. Nuotava nella melma.
SOS VIA FAX La moglie, Daniela Mallus, manda fax a mezzo mondo da giovedì: «Vorremmo un sopralluogo. Di chi? Va bene qualsiasi istituzione: la nostra attività è stata spazzata via, è tutto distrutto. E anche noi ce la siamo vista brutta. L'acqua è arrivata a due metri e mezzo, mio marito ha tirato fuori un cliente prima che l'officina venisse sommersa». Dicono, e non sono gli unici, che la colpa è della nuova rotatoria di via Abruzzi e dell'asfalto in via Puglia, che collega il cimitero con viale Monastir. «Tutta la pioggia di quella zona è arrivata qui. Evidentemente i tombini non bastano e la pendenza convoglia l'acqua da noi». Lo spiazzo di fronte alla rimessa è diventato un laghetto: sui muri si vede ancora una linea scura, a mezzo metro da terra. Il fango è arrivato fin lì.
VIA DELLE LANGHE Via delle Langhe, uno sterrato che guarda in faccia il camposanto di San Michele, è diventata una risaia. Per liberare dalla melma il suo auto-parco, Piero Tocco ha noleggiato un'idrovora: ora nel suo terreno ci sono cumuli di fango, l'immondizia portata dalla corrente e puzza di fogna. Mercoledì ha messo in moto il Mercury del suo gommone e ha portato via quello che poteva, persone comprese, prima che gli uffici e gli alloggi andassero sott'acqua.
IN GINOCCHIO Ora racconta: «Non so a chi rivolgermi. Ho chiamato i vigili urbani e mi hanno detto di telefonare alla protezione civile. Ma lì non mi risponde nessuno. Abbiamo bisogno d'aiuto. Lo chiediamo in ginocchio». Anche perché in ginocchio, economicamente parlando, lo è già: dei 100 clienti che ogni notte parcheggiano tir, ambulanze e camion-frigo da lui, 10 hanno già deciso di andarsene. «Hanno paura: questa alluvione ha fatto 50 mila euro di danni, nessuno si fida più».
VIA CAMPEDA In via Campeda si sono allagate tutte le cantine dei palazzi costruiti nel 2001: gli abitanti le hanno svuotate con le carriole e portato tutto nello sterrato di fronte. Dove sei giorni fa c'era un lago. Ora i pannelli di compensato fradici si mischiano a pezzi di muro, lettere natalizie e chitarre senza corde. Nel mucchio spunta anche qualche sciarpa, un giaccone e delle coperte: «Molti avevano il guardaroba invernale nelle cantine. Poi c'erano i ricordi di una vita, qualcuno aveva la cucina», spiega Serena Defraia. Nel suo palazzo il bilancio è nero come l'acqua che ha invaso ogni centimetro cubo dei garage: una famiglia sfollata, 3 auto distrutte (una Peugeot fresca d'immatricolazione, una Audi e una Seicento) ascensori fuori uso («i motori sono da buttare: completamente sommersi») e una società di impianti elettrici e tecnologici, la A.tec, dove non si è salvato uno spillo. Ora i condomini fanno su e giù per le scale con i telefonini in mano, per mostrare i video dell'alluvione. Perché altrimenti non ci si crede. «La protezione civile del Comune ha lavorato con noi ininterrottamente fino a venerdì. Ci hanno dato una grossa mano d'aiuto, sono stati degli angeli. Ma dopo aver visto le previsioni meteo per domani (oggi per chi legge, ndr) siamo terrorizzati». E hanno paura anche per un avvallamento che si è formato sul marciapiede, vicino alle fondamenta del palazzo. Negli scantinati, hanno detto i vigili del fuoco, sono entrati due milioni di litri d'acqua. «L'alluvione è arrivata anche qui, a San Michele. Scrivetelo».
MICHELE RUFFI

28/10/2008