Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I rom: «Zedda ci ascolti»

Fonte: L'Unione Sarda
5 settembre 2012


Mobilitazione di alcune famiglie: per ora salta il confronto col sindaco

Sit-in in via Roma: chiarezza sul nostro futuro

Sit-in sotto il Comune, la richiesta di un incontro col sindaco «per definire una volta per tutte il piano della nostra inclusione sociale». Delegazione di una ventina di persone, la rappresentanza di qualche famiglia: una parte dei rom cagliaritani («viviamo qui da trenta o anche da quarant'anni») cerca chiarezza sul proprio futuro dopo la chiusura del campo sulla 554. «Aspettiamo che il primo cittadino ci convochi», spiega Saltana Ahmetovic, uno dei rappresentanti della comunità. «Chiediamo soltanto di poter partecipare alle decisioni che ci riguardano».
La chiamata dei rom non dà l'esito sperato. L'incontro con Massimo Zedda per ora non c'è. Il clima è disteso ma se ne parlerà soltanto nei prossimi giorni. È Marco Murgia, addetto stampa del sindaco, a chiarire alla delegazione (ci sono anche i rappresentanti dell'Asce, l'Associazione sarda contro l'emarginazione) che non si può ancora organizzare un incontro. «In questo periodo c'è un piano di lavoro intensissimo, con scadenze importanti come quelle sul piano strategico intercomunale dove sono in ballo i finanziamenti dell'Unione europea». Progetti, sottolinea il giornalista, «che riguardano il futuro della città e di tutti i cagliaritani».
Le porte dell'amministrazione per le famiglie rom ancora in cerca di sistemazione restano aperte ma non c'è una data per il confronto: «Aspettiamo di convocare il tavolo», dice Murgia,«e ve lo comunicheremo». Risultato a metà strada che lascia un po' d'amaro in bocca tra i manifestanti: «Vogliamo questo incontro al più presto», commenta Ratko “Boban” Halilovic. «Abitiamo a Cagliari da tanto tempo e ora chiediamo di conoscere il nostro futuro e soprattutto di partecipare a questo piano di “inclusione sociale” che ci riguarda». Antonello Pabis, portavoce dell'Asce, chiarisce. «C'è da parte di tutti la volontà di collaborare ma è importante che ci sia al più presto l'incontro col sindaco». Dietro l'angolo potrebbero esserci nuove manifestazioni, «finché non si aprirà il dialogo».
Sul tavolo dovrebbe finire il confronto sulla destinazione delle famiglie e non è da escludere l'individuazione di un nuovo campo nomadi. «Ma poi vogliamo parlare di sanità, di integrazione, di scenari sociali», aggiunge Halilovic. «Abitiamo da tanto tempo a Cagliari, io addirittura da quarant'anni. Ci sentiamo a casa, vogliamo rimanere in una città che ci ha sempre accolto bene».
Giulio Zasso