Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Prima fermata, spiaggia-posacenere

Fonte: L'Unione Sarda
31 agosto 2012


POETTO. Dal mattino al tramonto sull'arenile per capire di chi è la colpa dello scempio ambientale
 

Una distesa infinita di mozziconi deturpa il lido della porta accanto
Ciò che resta è la polvere, nei piedi e nell'anima. Residui grigi quando la sera dopo un'intera giornata alla prima fermata del Poetto si rientra a casa con una netta sensazione: è stato un disastro. Va bene, la sabbia borotalco è volata via divorata da una scellerata idrovora, sostituita dal grigiore polveroso, e le responsabilità di tale scempio sono state certificate, ma il fatto che, ora, una distesa infinita di mozziconi di sigaretta la punteggi è un'altra questione che esige vendetta.
LA SERA PRIMA Si parte dalla sera prima. Ore 19,15: i bagnanti lasciano l'arenile, restano i più caparbi e con loro i segni dell'inciviltà: bottiglie, lattine, buste a fronte di cestini per nulla colmi e quindi utilizzabilissimi. Peggio è andata mercoledì alla Sesta, Mariella Pisu ha dovuto ripescare dall'acqua un preservativo e il vicino d'ombrellone un tampax: «Galleggiavano vicino ai bambini». Alla prima l'immondizia abbandonata è comunque in quantità inferiore rispetto allo scempio di inizio stagione. «La campagna di sensibilizzazione e i controlli dei vigili sono serviti». Marietto Lindiri se la prende con calma, visto lo status di pensionato. Resterà sino al tramonto, prima però ritira con un bastoncino appuntito tutte le nuove cicche sparse intorno a quella che considera la sua area, le infila in una busta che poi depositerà in un cassonetto. «Di più non posso fare». Oltre quella fettina, se si guarda a favore di luce, la visione è impressionante: decina di migliaia di filtri gialli e bianchi brillano all'ultimo sole. Non esistono più di 20 centimetri di arenile liberi da una sigaretta fumata e spenta sulla sabbia.
MATTINA E allora si torna la mattina per capire che cosa sta dando il veleno a un tratto di spiaggia già fortemente provato. Ore 10: la prima fermata è un formicaio festoso. Ci sono soprattutto le famiglie, anziani e ragazzi, seppur questi ultimi in minoranza. Occhi puntati su chi fuma, pronti a immortale in uno scatto fotografico chi sgarra. E invece. Invece, si scopre che quasi tutti buttano la cenere in contenitori portatili. A cono color arancio, ovali e gialli, artigianali (noci di cocco), di fortuna (bicchieri di plastica con un po' d'acqua): ce n'è di tutti i tipi. «Li aveva consegnati il Comune un anno fa», Michele Nutti fa cerchio con i suoi giovani amici, diligentemente spegne la sua sigaretta in un involucro in plastica ocra. E ammette: «Sì, è una tragedia».
PRANZO Ore 12,45: su e giù, occhi sgranati. Solo in prossimità del muro del D'Aquila un furbetto dà il colpo di grazia alla sua sigaretta imprimendole pressione con il pollice in maniera che scompaia oltre la sua sdraio. In passeggiata una signora di mezza età finisce una slim e lancia il filtro in acqua. Ma sono eccezioni. «Venite di pomeriggio e vedrete come la situazione cambia», Cicci Marcialis fa le parole crociate con gli amici, full di pensionati, a ridosso del Windurfing Club. «Qui li abbiamo tutti catechizzati e nessuno sgarra». Vero.
POMERIGGIO Cambio di bagnanti, ore 14,30. Ecco che tutto si spiega. E dispiace dirlo. Mentre diminuisce la presenza di famiglie con ombrellone, giochi per i bambini, canottini gonfiabili, aumenta quella degli adolescenti che compongono con zainetti scolastici e asciugamani formazioni a testuggine. Ogni regola salta ma lo si capisce con evidenza solo nuovamente a fine giornata quando i ragazzi liberano le postazioni. Nemmeno gli unni. «Fossero solo le sigarette, quando torno a casa impiego più tempo a staccare le gomme americane dall'asciugamano che ad asciugarmi i capelli». Claudia Piu, presto maggiorenne. «Ma tornate di sabato e vedrete che oggi a confronto è nulla». E torneremo.
Francesco Abate