Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Solo la Regione ha fermato Tuvixeddu»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 agosto 2012



Nuova Iniziative Coimpresa accusa l’amministrazione e chiede al collegio arbitrale un risarcimento di 77 milioni di euro




di Mauro Lissia wCAGLIARI Se il piano immobiliare di Tuvixeddu si è fermato e Nuova Iniziative Coimpresa si è vista chiudere l’accesso al credito la responsabilità è tutta dell’amministrazione regionale e non solo in parte, come hanno sostenuto nella consulenza tecnica gli specialisti dell’advisor Deloitte financial Services spa: a sostenerlo sono i legali dell’impresa costruttrice in una memoria di 67 pagine, ultimo atto nella controversia aperta davanti al collegio arbitrale composto da Franco Bilé, Nicolò Lipari e Giovanni Olla. Il documento firmato dall’avvocato Alberto Picciau e da un suo collaboratore rappresenta un categorico atto d’accusa nei confronti della giunta Soru ma anche di quella in carica, origine di una sorta di reazione a catena destinata a coinvolgere nel blocco dell’iniziativa immobiliare gli uffici ministeriali dei Beni Culturali. Scrive il legale: «A ben guardare in tutti gli impedimenti al progetto ravvisati è la Regione ad aver dominato e determinato il decorso causale degli eventi, creando uno state di cose tale che nessun impedimento, anche quando non imputabile alla Regione, avrebbe avuto luogo in assenza degli inadempimenti regionali». Per Coimpresa l’amministrazione regionale «ha attivamente partecipato ai procedimenti amministrativi condizionandone l’esito» anche con «un’attività di pressione inusitata e capziosa nei confronti di ogni altra amministrazione coinvolta nella vicenda e con un uso sconsiderato delle proprie prerogative amministrative e provvedimentali». Regione quindi come una sorta di «Spectre», in grado di influenzare le decisioni del Ministero dei Beni Culturali e indirettamente quelle del Consiglio di Stato, che ad aprile del 2011 ha confermato l’efficacia del vincolo imposto sull’area di Tuvixeddu col Ppr. Ma nell’atto finale depositato alla sede romana del collegio arbitrale i legali del costruttore Gualtiero Cualbu insistono anche sul tema centrale dei danni subìti in seguito al blocco dei lavori: tre banche – Banco di Sardegna, Sanpaolo-Imi e Unicredit - hanno dato un taglio alla linea di credito con Coimpresa a causa delle incertezze sulla realizzazione del piano legate agli stop imposti dalla Regione, rendendo forse irrealizzabile in via definitiva l’operazione immobiliare. Che a giudizio dei legali sarebbe possibile malgrado la decisione del Consiglio di Stato, nonostante i nuovi vincoli imposti dai Beni Culturali e anche dopo la revoca dei nullaosta paesaggistici a suo tempo concessi dal Comune. Un danno enorme quindi per il construttore - sostengono i suoi legali nella memoria - che il consulente tecnico Deloitte ha calcolato al 31 dicembre 2011 in 76,7 milioni, sempre che il collegio arbitrale stabilisca che un danno c’è stato e che vada risarcito. Tesi che la consulenza firmata per Deloitte da Antonio Cattaneo sembra sposare quando afferma che «l’immagine dell’intero progetto nonché la fiducia che l’opinione pubblica e il sistema bancario potevano risporre in esso e nella correlata iniziativa imprenditoriale di Nuova Iniziative Coimpresa» sarebbero state compromesse dai comportamenti della Regione. Ora la parola passerà all’ufficio legale della Regione, che negli atti depositati fino ad oggi ha sostenuto tesi contrarie. La Regione - secondo gli avvocati - non avrebbe fatto altro che applicare le norme del Piano paesaggistico secondo un diritto pienamente riconosciuto dal Consiglio di Stato. I nuovi ritrovamenti di tombe - negati decisamente dai legali di Coimpresa - hanno modificato la situazione fotografa nell’accordo di programma del 2000, imponendo alla Regione un intervento di tutela più esteso su Tuvixeddu e Tuvumannu. Intervendo che ha fermato l’avanzata del cemento attorno all’area punica.