Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sos mercato ittico, una struttura in totale abbandono

Fonte: La Nuova Sardegna
23 agosto 2012

La sala d’arte elettronica è stata inaugurata vent’anni fa ma non è ancora utilizzatata. Una mozione in Comune

SPRECHI»LE OCCASIONI MANCATE




CAGLIARI «Non è possibile che una struttura così importante come il mercato ittico all’ingrosso sia lasciata in questo stato di abbandono», afferma Roberto Bolognese, responsabile provinciale della Confesercenti. Eppure si tratta di un comparto di pregio: il piano dedicato all’ittico del mercato di San Benedetto, ad esempio, viene spesso inserito dalle guide turistiche come luogo da visitare. «Perché non muoversi per far sì che diventi meta turistica anche l’ittico all’ingrosso - afferma Paolo Casu, consigliere comunale indipendente del centrodestra - questo settore è da sempre una delle caratteristiche più importanti delle città di mare. Inoltre perché non aprire l’asta del pesce anche ai turisti e ai cittadini: a Palermo lo fanno, ma anche a Civitavecchia». L’altro ieri Casu ha presentato una mozione in consiglio comunale, come per segnare la riapertura dei lavori dell’assemblea municipale con un problema-simbolo per la città: «La preoccupante dimenticanza da parte delle varie amministrazioni che si sono succedute e dell’attuale del mercato ittico all’ingrosso». Una struttura di circa dodicimila metri quadrati che vive anche di paradossi inspiegabili: «Dai primi anni novanta esiste un’asta elettronica - informa Casu - solo che non è mai stata utilizzata. Eppure era costata tre miliardi di vecchie lire e si tratta di uno strumento determinante sia per la funzionalità del settore che per calmierare i prezzi. Invece viene ancora utilizzato il sistema manuale, che più che un’asta è il vecchio sistema della contrattazione». Nello stesso tempo, però, riprendono vigore le voci riguardanti una possibile struttura privata del mercato all’ingrosso del pesce. «Si parla spesso di San Sperate - informa Bolognese - si sente parlare di una serie di operatori che, stanchi di attendere la ristrutturazione del vecchio, stiano per muoversi». Aspetto, questo, denunciato da Casu che teme «che si ripeta la vecchia esperienza che ha visto l’accantonamento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta a favore della struttura privata di Sestu». In questo momento di gravissima crisi, continua Bolognese, «il settore ittico rappresenta una ricchezza per la città, ma le norme, da un lato, e il disinteresse delle amministrazioni locali dall’altro, fanno sì che i piccoli operatori si trovino in sempre maggiori difficoltà». Eppure «basta dare un’occhiata alle cifre per rendersi conto che si tratta di un comparto rilevante visto che per l’ingrosso di Cagliari passa oltre il sessanta per cento di tutto il movimentato commerciale ittico in Sardegna», spiega Casu. Ed è anche per questo «che sarebbe molto grave se anche questo comparto cadesse nelle maglie della speculazione privata». Da qui l’invito di Casu al Comune per smentire le voci su possibili dismissioni della struttura. In parallelo Casu sottolinea che «anche dal punto di vista della sicurezza all’interno della struttura, rilevanti continuano ad apparire le criticità per quanto concerne la qualità e la manutenzione degli interni e particolarmente della pavimentazione della struttura, che ospita ventisei grossisti del pesce e su cui ruotano circa centocinquanta persone. Per questo è necessario che questa amministrazione dia un segnale di discontinuità col passato su questo settore». (r.p.)