Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Paura e rabbia sul litorale «Più controlli»

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2012

REAZIONI. I bagnanti


Amarezza, delusione e rabbia, ma anche orrore, sdegno e condanna. La notizia dello stupro al Poetto colpisce al cuore e provoca reazioni forti tra i frequentatori della spiaggia cagliaritana. C'è chi propone soluzioni drastiche per chi si è macchiato di una colpa così orribile («servirebbe la castrazione chimica o la pena di morte»). C'è chi, invece, mette sotto accusa i controlli («rivolti alla sicurezza della strada e non a quella delle persone che stanno in spiaggia anche la notte»). Alcuni si avventurano anche in un'improbabile ricerca di spiegazioni facendo riferimento all'abbigliamento(«e se avesse equivocato e si fosse sentito legittimato?»).
Ma questo è un argomento che viene respinto con fermezza. «Non c'è abbigliamento o comportamento che possa giustificare fatti di questa gravità», spiega Martina, 27 anni. Su un punto, invece, sembrano tutti d'accordo. «Si è trattato di un fatto occasionale», dicono Marta e Claudia, 34 anni in due, «che sarebbe potuto accadere ovunque».
«Frequento il Poetto spesso la notte, e non ho mai avuto la preoccupazione che questo non fosse un luogo sicuro», aggiunge Irene. Per la stragrande maggioranza questo episodio non cambierà nulla. «Certo, staremo più attente», affermano Ilaria e Morena, «ma non modificheremo le nostre abitudini». «Per me è uno choc, mi sembra impossibile», racconta Silvia, 22 anni, del "Corto Maltese". «È assurdo, ogni notte vedo, passare continuamente le auto di polizia, carabinieri, vigili urbani. Come è stato possibile?».
Non manca anche chi commenta con rassegnazione. «A noi non stupisce che uno stupro possa avvenire al Poetto», dicono Barbara e Caterina del chiosco "La Dolce Vita", «questa spiaggia ormai è terra di nessuno, qui tutto può accadere». Se non c'è un problema legato alla sicurezza, allora la spiegazione quale potrebbe essere? «Forse sta nel fatto che l'estate, l'aria della vacanza, ci spingono ad abbassare la guardia, dimenticando che dobbiamo sempre stare attente», dice Sara, 33 anni. «Anche nei luoghi in cui sembra impossibile che fatti del genere possano accadere, proprio come il Poetto».
Mauro Madeddu