Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tour della disperazione nel canile

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2012

IL CASO. Animali ammucchiati, ciotole vuote. Ieri blitz degli animalisti

Incursione nel canile municipale, ieri mattina. Un piccolo gruppo, sei in tutto, parte di uno più grande e agguerrito: Cani sciolti Sardegna. Indosso una maglietta giallo acceso, al centro la scritta “Yes we cane”. Ore 11,30: all'ingresso c'è un impiegato. Impossibile sapere quanti sono i cani ospiti della struttura. «Non sono autorizzato a rispondere». Ogni domanda cade a vuoto.
Dopo aver firmato un registro, il tour della disperazione ha inizio. I box sono in fondo all'edificio. Spazi ridotti, 5-6 cani dentro, di taglia diversa; in molti casi una sola cuccia da dividere. Le pulizie sono affidate a una ditta esterna, l'acqua scorre dalla pompa, i cani non vengono fatti uscire. «All'acqua si sommano gli escrementi, normale che ci sia una puzza insopportabile», spiega Silvia Spano, membro del gruppo. L'aria è difficilmente respirabile. «Dicono che i cani sono ammucchiati perché stanno facendo lavori, ma la situazione è così almeno da un anno». All'ingresso, in via Brenta, c'è un cartello: “Lavori di manutenzione”. «Sarebbero dovuti finire a marzo», polemizza Tiziano Cocco, responsabile del gruppo. Il cartello c'è ancora. Nella calda mattinata, al canile, c'e anche Roberta Manca, arriva da Capoterra, con lei c'è Giulio, suo figlio, di 8 anni. Si aggira tra i box. Poi lo sguardo si illumina: l'ha trovato, è nero e ha gli occhi vivaci. Dovrà tornare lunedì, ieri era impossibile adottare un cane. «Il veterinario è in ferie». Nella struttura comunale c'è anche Pieramaria Musiu, animalista da 45 anni. Nel 1978 organizzò a Cagliari la prima marcia con i cani. «Chiedevamo il riconoscimento dei loro diritti, fu un successo». È la più arrabbiata. «La struttura è inadeguata, gli spazi sono pochi, molti cani sono in cattive condizioni». Fa parte del Nami, Nucleo animalisti molto incazzati, fondatrice dei Verdi, e della sezione provinciale della Lega antivivisezione. «Le ciotole - oltre a essere vuote - sono arrugginite, le tettoie sopra i box non riparano dal sole». Questa è l'istantanea della parte vecchia. In quella nuova le cose non cambiano poi tanto. Qualcuno lo definisce un lager. «Spazi bui e privi d'aria». Martedì scorso un altro blitz. «Sono arrivata alle 11,30», racconta la Spano. «Non mi hanno fatto entrare, il canile era chiuso». Gli orari al pubblico sono 9,30-12.
Sara Marci