Rassegna Stampa

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Ville ai rom, buona informazione e un’opposizione non all’altezza

Fonte: web cagliaripad.it
14 agosto 2012

a cura di: Guido Garau
Riepiloghiamo. Il sei giugno il sindaco Massimo Zedda decide di sgomberare il campo rom di Cagliari. Zedda, dopo un decreto di sequestro preventivo del Tribunale, firma un'ordinanza per "tutelare i beni fondamentali della salute e dell'ambiente", considerata la situazione del campo rom sulla 554 "assolutamente incompatibile con la presenza di esseri umani", e in particolare dei 93 tra bambini e donne in stato di gravidanza sulle 157 persone che vivono nell'area.


Il provvedimento prevede la revoca di ogni autorizzazione alla permanenza nel campo - dunque tutti fuori, e per sempre - l'elaborazione di un piano di intervento per le operazioni di rimozione e smaltimento dei rifiuti e la bonifica dell'area, incluso il sottosuolo. Il decreto del Tribunale nomina il sindaco custode giudiziale del campo: all'attività di pulizia e alla messa in sicurezza del sito corrisponderanno "tutte le misure utili per far sì che l'area sia interdetta a qualunque ulteriore conferimento di rifiuti e ai conseguenti incendi di materiale che contribuiscono all'inquinamento atmosferico". L'assessorato ai Servizi sociali ha invece il compito di procedere a tutte le attività di inclusione sociale che finanziate "con fondi europei, nazionali e regionali e in collaborazione con la Caritas diocesana".


Preso atto del fatto che il campo è invivibile, dunque, Zedda provvede a individuare i fondi per dare una nuova sistemazione alle famiglie che favorisca l'integrazione dei rom nel territorio. Trovati: paga l'Europa. Il Comune non tira fuori un euro e il sindaco compie in pochi giorni il suo capolavoro politico: mette fine a una situazione ingestibile e assurda, che durava da decenni, e trova le risorse per adempiere a un dovere verso i cittadini nomadi. Dovere sancito dalla Ue, mica dal Consiglio comunale o da quattro assessori di estrema sinistra. L'opposizione si trova impreparata.


Arriviamo così alle fantomatiche ville, che ville non sono. La sistemazione data ai rom è infatti l'Essenza, la ex discoteca alle porte di di Flumini di Quartu. Un vecchio complesso ricettivo e ricreativo, in evidente stato di abbandono, composto da tre parti. Le prime due si trovano all'interno della stessa area, quella in cui si trova anche una piscina abbandonata. Di queste due strutture una è stata bruciata, e con il suo impianto di climatizzazione ormai sciolto dal fuoco, con la sua vasca idromassaggio annerita dalla fuliggine è sicuramente invivibile. La seconda, in condizioni migliori, ma senza idromassaggi e lussi vari è stata ripulita, sistemata e abitata da 3 famiglie che ora chiedono al Comune una copertura per la piscina perché esiste il serio pericolo che i bambini vi possano cadere dentro. Una terza parte del casermone si trova in un altro punto, dalla parte opposta della strada, in un interrato totalmente nascosto. Qui si sono insediate due famiglie che temono che per via della sua posizione interrata la casa si possa allagare quando piove.


Dunque vivono nel "residence" fatiscente 5 famiglie, ossia 40 persone. Totale della spesa? 2500 euro mese. Una cifra del tutto congrua, per non dire bassa. Pagata, come detto, dall'Unione europea. Dove sta lo scandalo? Non c'è. Ci sono però, come scrive bene il collega Vito Biolchini nel suo blog, i titoli a effetto del più autorevole quotidiano sardo: "Per i rom una villa con piscina a spese del Comune", "Rom in villa: è bufera". Così l'opposizione che crede di prendere la palla al balzo, e di impugnare la storia per chiedere addirittura le dimissioni di Zedda.


"E' una guerra tra parti politiche, e loro, i rom, si trovano in mezzo a pagarne il prezzo" spiega Antonello Pabis, presidente dell'Associazione Asce (associazione sarda contro l'emarginazione). Don Marco Lai rincara la dose: "Diciamo che c'è una destra becera che strumentalizza politicamente un'emergenza. Emergenza che riguarda cittadini cagliaritani, gli ultimi degli ultimi nella scala dell'emarginazione, cristianamente direi che sono i Cristi del nostro tempo. Di fronte alla drammatica situazione di 157 persone, 96 delle quali minori, abbiamo operato come accaduto in questi anni per i senegalesi di Giorgino, per i richiedenti asilo di Capitana, per i rumeni di via del Commercio. La villa di cui tanto si parla, alimentando strumentalmente polemiche becere, altro non è che una struttura semiabbandonata, sulla quale sono intervenuti gli stessi rom, pulendola e rimettendola in sesto".


Dalla vicenda, dai contorni squallidi, emerge comunque più di un segnale positivo.


Il primo è stato lanciato dagli abitanti di Flumini, che in piccole delegazioni si sono recati a dare il benvenuto alle famiglie appena arrivate. Chapeau: hanno dimostrato di essere più maturi di chi ha la pretesa di essere classe dirigente.


Il secondo segnale importante è dato dalla reazione in tempo reale contro la notizia sparata in prima pagina. Cagliaripad e Casteddu On line, due giovani giornali indipendenti, hanno smontato il caso semplicemente raccontando i fatti, facendo vedere con video e servizi che la piscina è vuota da anni e che la villa è fatiscente.


Il terzo risultato è squisitamente politico. Nell'era di Internet e della libera informazione, che viaggia attraverso i social network, le bugie mediatiche hanno le gambe corte, e vengono smascherate in fretta. I politici in cerca di visibilità a buon mercato non hanno futuro: cerchino argomenti e critiche più seri per portare avanti la loro opposizione. Lo scriviamo da tempo: Cagliari, per crescere, ha bisogno non solo di buoni amministratori, ma anche di un centrodestra veramente all'altezza.