Rassegna Stampa

web cagliaripad.it

La torre aragonese di Sa Scaffa è in caduta libera

Fonte: web cagliaripad.it
10 agosto 2012

a cura di: Maura Madeddu


Cosa succede in un capoluogo di Regione, in piena stagione turistica, se i turisti arrivano e trovano i monumenti non solo chiusi, ma ridotti nel più totale stato di abbandono?

È quanto va infiammando le polemiche a Cagliari in questi giorni, relativamente alla torre aragonese di Giorgino, ridotta ormai in condizioni pessime, in quanto da anni non viene effettuata alcuna opera di manutenzione: alta otto metri, sta cadendo a pezzi. Ma non si tratta solo della torre: anche alcuni edifici della zona, come ad esempio le strutture della ex Edem, sono in stato di degrado, con i terreni maleodoranti che ospitano solamente comitive di zecche e topi. I cagliaritani sicuramente ne stanno alla larga.

Ma i turisti che si limitano alle indicazioni riportate nelle cartine e nei siti di informazione turistica, ne potrebbero ricavare solamente disagi: oltre alla non piacevole esperienza di ritrovarsi appunto in mezzo ad animali non proprio simpatici, oltre alla delusione comprensibile che si può provare quando, desiderosi di scoprire un angolo di città che è anche un pezzo di storia, ci si trova davanti ad una zona semi distrutta, ci sta anche il fatto pratico, magari, di aver perso qualche ora per andare a vedere un posto che non è lo splendore decantato ma tutto il suo contrario. Nei giorni scorsi la polemica era approdata sull'Unione sarda, rinforzata dall'interrogazione che il consigliere comunale Maurizio Porcelli ha presentato al Consiglio.

Tutto ciò ovviamente non capita solo a Giorgino, solo a Cagliari, capita dappertutto. E il turista intelligente può capirlo. Può capire anche che cerchi il Betile segnalato anch'esso nelle guide e non lo trovi. Ma sono motivi di vergogna che forse basterebbe poco a cancellare, con una semplice operazione di pulizia dei terreni, messa in sicurezza delle zone pericolanti e magari qualche cartello. Poche giornate di lavoro, che di questi tempi forse tanti operai disoccupati sarebbero felici di svolgere