Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Manifattura in appalto scopo: aprirla subito

Fonte: La Nuova Sardegna
10 agosto 2012

Entro la fine dell’anno via al cantiere mentre un tavolo fra amministrazioni studia il modello di gestione perché la “fabbrica della creatività” si autosostenga

BENI CULTURALI» REGIONE E INCUBAZIONE D’IMPRESA

 


di Alessandra Sallemi wCAGLIARI

Manifattura Tabacchi appalto numero due, o tre se si vuole essere precisi con i passaggi burocratici. Ma l’ordine numerico non importa, è fondamentale, invece, l’obbiettivo finale dei lavori ormai al progetto esecutivo: rendere frequentabile l’immenso complesso nel cuore della città, consegnarlo a chi dovrà far diventare credibile quel che è stato immaginato e avviato dalla giunta Soru e realizzato dal successore di centrodestra, Cappellacci, anzi, nella realtà della gestione regionale, dall’assessore ai Beni Culturali Sergio Milia il quale, dal febbraio 2011 quando si è insediato, ha dichiarato che in Sardegna avrebbe voluto dar vita rapidamente a quattro opere, una è la Manifattura Tabacchi (poi il museo Tavolara a Sassari, il museo della Sardegna giudicale a Oristano e Sanluri, il recupero dell’ex mulino Guiso-Gallisai a Nuoro). Dunque è noto che la Manifattura Tabacchi rinasce per essere un «incubatore d’impresa nella filiera della creatività» e che, se il monte dei lavori da fare per affermare di aver interamente recuperato questo bel pezzo di archeologia industriale sfiora i 25 milioni di euro, è dimostrato che, col prossimo appalto da 3 milioni e 200 mila euro, nella Manifattura si può cominciare a lavorare. «Col precedente appalto - spiega Antonio Conti, direttore generale dell’assessorato – abbiamo messo a nudo tutti i problemi edilizi, si tratta di un complesso con diversi corpi, sottopiano, primo e secondo piano, per girarlo tutto occorre almeno un’ora, da questo sono stati portati via vagoni di materiali stratificati in sessant’anni di attività lungo i quali sono cambiate leggi e modificate esigenze che hanno imposto mutamenti di ogni tipo. Una volta rimasti con il rustico ben leggibile, abbiamo trovato fondi non spesi che utilizzeremo per l’appalto in corso, speriamo di aprire il cantiere entro la fine del 2012. Con questo macro lotto potremo far partire l’uso della struttura». La novità è proprio questa: i lavori da fare sono stati scelti con lo scopo esatto di mettere in moto la cittadella della creatività. Quindi, non tutto quello che si potrebbe realizzare, ma quel che serve perché nel complesso che abbraccia un intero isolato si possa lavorare. Con la gestione di chi, è il prossimo problema «all’attenzione», ma una decisione è stata presa: «Si aprono i cantieri e subito – spiega ancora il direttore generale – cerchiamo una soluzione per la gestione, in modo da non arrivare alla chiusura dei lavori senza sapere come fare. Il complesso si deve autosostenere, chi la usa dovrà metterci uomini e mezzi». Nel complesso lavoreranno assieme Regione, altre amministrazioni pubbliche, entità private. Il consiglio regionale chiede che sia qui la sede della biblioteca dell’istituzione, l’Università allestirà i laboratori di architettura, sarà un centro culturale e di formazione per cinema, musica e teatro, luogo di incontri e dibattiti, perno per un’attività di ricerca, di sperimentazione, ma anche di produzione. Cosa vuol dire? Se è chiaro per la facoltà di architettura che trova finalmente un ambiente prestigioso dove far lavorare gli studenti, lo è meno in relazione agli spettacoli visto che, in piazza Giovanni, c’è un Parco della Musica annesso al Teatro Lirico con obbiettivi in parte simili, una sala grande e aperta sulla piazza è stata ideata per l’incubazione d’impresa dello spettacolo. La scommessa probabilmente è qui: c’è molto da fare se si aprono spazi alla creatività, ma per arrivare a cosa? Alla Manifattura l’area ha 200 mila metri cubi di volumi, qualcuno sostiene che l’ex stabilimento deve diventare «un condominio intelligente della pubblica amministrazione». L’occasione è enorme, le aspettative notevoli, la progettazione delle attività la prossima prova, la più difficile.