Rassegna Stampa

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Vasco Cogotti, storia di un edicolante doc: "Vendite dell'Unione crollate di due terzi, il futuro è

Fonte: web Castedduonline.it
9 agosto 2012

 

"9/08/2012 01:04di Federica Lai

“La mia è una delle prime edicole del dopoguerra: nel 1954 mia madre ha messo su quest’attività, e io ho raccolto il testimone, decidendo di  proseguire il mestiere”. A parlare è Vasco Cogotti, storico edicolante di piazza Yenne, che espone i cambiamenti della sua città, negli ultimi anni, in particolare nell’ambito del suo lavoro.

La sua è una delle edicole storiche di Cagliari: com’è cambiato in questi ultimi anni il mestiere dell’edicolante?

La mia edicola ha assistito all’evolversi di Cagliari, da città prettamente commerciale, a città che sta cercando di diventare turistica: ma devo dire che ancora non c’è riuscita. Il mestiere dell’edicolante, a Cagliari, ma in generale ovunque, è cambiato, e sta continuamente cambiando: l’avvento della multimedialità ha modificato le abitudini delle nuove generazioni, e non solo, ma nonostante tutto, molti edicolanti, per via dell’età, ma soprattutto della mentalità, non hanno voglia di adeguarsi.

Quanti giornali vendeva 15 anni fa, e quanti, invece, se ne vendono oggi, nell’era di internet?

C’è stato un forte calo di vendite: sia per la nascita di nuovi tipi di comunicazione, come internet, e sia perché la vendita dei giornali, e dei prodotti editoriali, è stata ampliata a diverse attività commerciali, come i tabaccai e i benzinai. A questi fattori va aggiunta la crisi economica, che ha determinato un forte decremento delle vendite: se nel 1990 vendevamo 300 copie di Unione Sarda, adesso non ne vendiamo neanche 100. Quasi l’87 per cento degli edicolanti cagliaritani ha grosse difficoltà, e spesso ricorre all’accredito, se e quando è possibile accedervi. Io, personalmente, credo sia necessario modernizzarci, e reinventare il mestiere dell’edicolante, sperando in utopici finanziamenti. Il primo passo potrebbe essere quello di trasformare le edicole in centri multimediali, dove l’utente può consultare online un quotidiano, o una qualsiasi altra cosa, con la possibilità di stampare un intero giornale, oppure una sola pagina selezionata. E poi c’è l’idea di creare degli info point, con rete wi fi, dove  le edicole fungono da punto di riferimento sia materiale, sia turistico: tutto questo condito dalla pubblicità.

Piazza Yenne è uno dei cuori pulsanti della città: cosa si potrebbe fare per migliorarla di giorno e di notte?

Piazza Yenne ha conosciuto alti e bassi nella storia: io ci sono nato e cresciuto, quindi l’ho vissuta da adolescente, residente, e commerciante. Purtroppo non ha avuto una crescita regolare, ma  si è verificato un tumultuoso succedersi di attività positive e negative che si sono accavallate, creando discrasie che, ancora oggi, comportano temi di conflitto. È molto difficile trovare una soluzione: alle problematiche di criminalità, ed esodo degli abitanti per via del degrado delle abitazioni, si è aggiunto il problema della movida notturna, che ha creato una netta frattura tra residenti, e chi vuole vivere la città di notte. È dura trovare un compromesso, ma la soluzione ideale sarebbe che ognuno dovrebbe coltivare i propri interessi rispettando quelli degli altri: “la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri”. Per quanto riguarda la vivibilità del centro storico, c’è stato uno sviluppo disarmonico di quelle che sono le limitazioni al traffico, le cosiddette Ztl. Attualmente l’unico quartiere cagliaritano a non avere la Ztl notturna è quello di Stampace alto, e ciò non ha potuto che creare disagi: tutti quelli che non possono accedere di notte, con l’auto, negli altri quartieri, si riversano a Stampace, dove le strade sono strettissime, e succede di tutto. Quasi ogni notte, nel finesettimana, si hanno delle aggressioni tra residenti, che non trovano parcheggio, e le persone che lasciano la macchina in doppia e tripla fila.

Lei è uno di quei personaggi di Cagliari che si sono “fatti da soli”, e rappresentano un po’ l’antidoto ai poteri forti: come giudica l’operato del Sindaco Zedda? Cosa si può fare per combattere la crisi del commercio?

Il Sindaco si trova a dover intraprendere un’opera di recupero del tessuto  sociale cagliaritano, ma soprattutto delle attività produttive: compito molto arduo, perché si viene da un periodo di politiche che hanno trascurato il piccolo commercio, soprattutto quello del centro storico. Fino a qualche anno fa prevaleva la politica dell’espansione, quindi tutto andava verso i nuovi quartieri, nuove tipologie di commercio, e si è dato spazio alla grande distribuzione, che ha messo in crisi le piccole attività commerciali cittadine. Una ricetta per combattere la crisi del commercio cagliaritano, può essere quella di recuperare quelle caratteristiche proprie del commercio cittadino: promuovere e incentivare iniziative, non solo eventi come “Notti colorate” con aperture fuori orario, ma dei veri e propri percorsi cittadini, con la costituzione di centri commerciali naturali, e incentivando la passeggiata all’interno di questi luoghi.

federica.lai@castedduonline.it