Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le scienze tra spettacolo e conoscenza

Fonte: La Nuova Sardegna
22 ottobre 2008

MERCOLEDÌ, 22 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Presentato il Festival della ricerca, dedicato quest’anno al dialogo con la società: occorre più consapevolezza



Carla Romagnino: «Puntiamo alla creazione di un centro permanente»




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Conferenze, dibattiti, spettacoli teatrali, seminari, mostre e laboratori, giochi per i più piccini e caffè scientifici. Il Festival della scienza, che si svolgerà dal 4 all’11 novembre nei locali dell’ExMa, è stato presentato ieri mattina da Carla Romagnino (presidente di «Scienza, società scienza» e componente della commissione interministeriale per la diffusione delle scienze). L’idea dei promotori è quella di mostrare come la ricerca scientifica sia, non solo un qualcosa su cui si basa gran parte della vita dei nostri giorni, ma anche un’attività che si può godere ed apprezzare come un film o uno spettacolo teatrale. Oltre al fatto che la familiarità col pensiero scientifico aiuta a sviluppare il senso critico e democratico.
Il Festival della scienza è la naturale evoluzione della Settimana della scienza, ha spiegato Romagnino, «e punta a favorire la costituzione in Sardegna di un centro per la scienza». L’obiettivo dell’iniziativa è quello di contribuire alla «realizzazione di una cittadinanza scientificamente consapevole. E non è un caso - ha continuato - che il tema di quest’anno sia quello della scienza che “dialoga con la società”».
Finanziamenti. Di scienza si parla molto in questo periodo ma l’attenzione delle istituzioni è limitata, almeno per il settore della divulgazione che punta a creare una cultura scientifica diffusa. Ed è per questo che Romagnino, dopo aver fatto presente che la manifestazione costa 40mila euro, ha precisato che i contributi sono solo di 20mila. E i costi «non sono riferiti agli organizzatori, una trentina, tutti volontari».
Università. In questi ultimi dieci anni la facoltà di Scienze ha avuto un incremento degli iscritti di circa il venti per cento. Ma a fronte di questo aumento, ha spiegato il preside Roberto Crnjar, «gli iscritti presentano un analfabetismo scientifico preoccupante». E questo deriva «dal fatto che spesso gli stessi scienziati comunicano poco». Crnjar ha poi informato che in questi giorni è iniziato un master post laurea sul giornalismo scientifico in collaborazione con l’ordine dei giornalisti della Sardegna.
Centro per la scienza. Come precisato da Ugo Galassi, già preside del liceo scientifico Alberti, la conoscenza delle scienze è una base necessaria per la vita di oggi e di domani in quanto aiuta a prendere decisioni consapevoli. Ed è anche per questo che è necessario un centro per la scienza. «Ma - ha affermato il Crnjar - gli enti locali non si mettono d’accordo tra loro. Vi sono state proposte di ubicazione sia da parte di Cagliari, che di Quartu, ma senza risultato. Bisogna che le persone che prendono le decisioni si mettano d’accordo tra loro».
Fuga dei cervelli. La nuova finanziaria prevede anche il blocco del ricambio nell’università: su dieci docenti che andranno in pensione, ne verranno riassunti solo due. «Nonostante l’agenda di Lisbona parli di sviluppo della ricerca - ha sottolineato Adolfo Lai, delegato del rettore alla ricerca scientifica - i finanziamenti sono sempre meno». In questa situazione la fuga dei cervelli diventa sempre più d’attualità. Da qui la necessità, ha precisato Giuliano Murgia (presidente di Sardegna Ricerche, che gestisce il parco scientifico Polaris), «di un’alleanza tra università e Regione per trovare nuove risorse indispensabili per tenere dentro l’ateneo le nuove leve della ricerca».
I ricercatori-manager. In questo quadro si sviluppano solo coloro che riescono a creare una scuola e a trovare finanziamenti esterni all’università. Tra questi ci sono gli esempi del neuroscienziato Gian Luigi Gessa, del genetista Antonio Cao e del virologo Paolo La Colla che, con finanziamenti europei e internazionali, mantiene un gruppo di ricercatori e tecnici di circa sessanta persone. Poi vi sono i più giovani, come il genetista Francesco Cucca (che, recentemente, ha rinunciato a una cattedra a Oxford), che solo grazie a finanziamenti esterni all’ateneo mantiere un gruppo di undici ricercatori. Un quadro che dimostra come l’università, ha ribadito Franco Meloni (direttore del dipartimento di fisica) non sia fatta solo di nepotismo, ma anche di ottimi e qualificati ricercatori.