Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Un ciclone lungo cento chilometri»

Fonte: L'Unione Sarda
23 ottobre 2008

L'esperto: tifone tropicale? No, temporale aggravato dal caldo

Alessandro Delitala, responsabile del servizio meteorologico del Sar, spiega il fenomeno accaduto ieri.
Tanta, tantissima acqua dal cielo. Caldo quasi estivo. Umidità soffocante. Cagliari e dintorni hanno scoperto ieri tragicamente di essere una regione tropicale? Il clima in Sardegna sta davvero cambiando a tal punto e così velocemente? Dovremo abituarci a siccità interrotte saltuariamente da alluvioni?
Domande da girare inevitabilmente agli esperti. Per capire. Magari prevenire. Partendo da un dubbio: cosa è realmente successo ieri nel Cagliaritano dal punto di vista scientifico? «Una larga parte della Sardegna sud orientale, da Sarroch all'Ogliastra - spiega Alessandro Delitala, capo del settore meteorologico del Sar, (Servizio agrometeorologico regionale per la Sardegna) - si è ritrovata sotto un temporale gigante. Per spiegare meglio, di solito il fronte di una perturbazione meteorologica può arrivare al massimo a dieci chilometri, stavolta erano oltre cento ed è rimasto nella stessa posizione, spostandosi molto lentamente, per molte ore».
I DATI In mezza giornata sono caduti a Capoterra circa 400 millimetri di pioggia. «Come nell'alluvione del 1999 nella zona di Decimomannu e Assemini», prosegue Delitala, «ma è una statistica che noi ieri abbiamo calcolato per difetto in base alle osservazioni radar, perché nella nostra rete di rilevazione manca un pluviometro nel Cagliaritano». Dati comunque confermati dall'Aeronautica militare, nel dettaglio: 80 millimetri d'acqua per cinque ore consecutive.
LE CONDIZIONI Stavolta la perturbazione, chiamata dagli esperti semplicemente ciclone , ha però trovato una condizione climatica particolare. «Da un mese - prosegue Alessandro Delitala - la Sardegna riceve gli influssi di un anticiclone che ha portato temperature molto elevate, nettamente al di sopra delle medie stagionali, e una situazione molto stabile sul bel tempo e cielo sereno». Le spiagge sono ancora frequentate ogni domenica, inevitabilmente strascico di un'estate che non vuole finire. «In questa circostanza - dice Delitala - anche la temperatura dell'acqua del mare è abbastanza alta, sempre rispetto alle medie statistiche di fine ottobre. In questa situazione l'arrivo di una perturbazione con una forte instabilità verticale e con aria più fredda nella parte alta, unita con la forte umidità, ha favorito il rimescolamento dell'aria. L'acqua del mare è evaporata per la temperatura, si è condensata diventando di nuovo liquida e precipitando al suolo con goccioloni molto grandi».
AI TROPICI Un fatto anomalo, in tanti hanno pensato di trovarsi nel mezzo di una vera e propria tempesta tropicale. «Nell'Oceano Atlantico li chiamano uragani , nel Pacifico tifoni , ma sono fenomeni caratterizzati tra l'altro da venti fortissimi, molto diversi di quelli riscontrati alle nostre latitudini», spiega ancora Delitala. «La moderna meteorologia è convinta che ogni fenomeno sia un fatto unico proprio per le diverse condizioni in cui si verifica. Un fatto comunque è innegabile e ci stiamo lavorando da parecchi anni noi specialisti del Sar: in Sardegna la temperatura media sta salendo e in questo senso il clima sta cambiando, anche se il fenomeno di ieri nel Cagliaritano non è da inquadrare a nostro avviso in questa ottica».
IN OGLIASTRA Nella sede del Sar, zona industriale di Predda Niedda a Sassari, gli esperti hanno controllato immagini satellitari e via radar per tutta la giornata, hanno comparato i diversi dati arrivati dalle stazioni sistemate quasi in ogni angolo dell'Isola. «Gli epicentri sono stati due - prosegue Alessandro Delitala - uno nel Cagliaritano, l'altro vicino a Ierzu, nell'Ogliastra. In entrambe le zone sono scesi tra i 300 e 400 millimetri di pioggia nell'arco di dodici ore».
I danni sono stati molto più rilevanti a Capoterra, Elmas e nel Campidano. «Perché si tratta di zone altamente urbanizzate - prosegue Delitala - mentre in Ogliastra la natura è più abituata a ricevere simili portate d'acqua e si è “organizzata” attrezzandosi con grandi invasi naturali capaci di raccogliere una grande quantità di precipitazioni».
L'URBANIZZAZIONE Diverso il caso di Cagliari: «Certi interventi urbanistici - prosegue Delitala - hanno inevitabilmente modificato lo stato naturale. Basta una semplice strada per alterare una determinata situazione. E tanti lavori sono stati eseguiti per dare vita a un agglomerato urbano che è il più importante della Sardegna e che ospita circa mezzo milione di abitanti».
PAOLO CARTA

23/10/2008