Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda: che fatica, ma ci sto provando

Fonte: L'Unione Sarda
30 luglio 2012

L'INTERVISTA. Il sindaco 400 giorni dopo: al Poetto scelte inevitabili, i tagli “romani” ci massacrano
 

«Riporto il Cagliari a casa, potrei ridurre l'Imu, salvo Marina Café»
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di Enrico Pilia
Zedda, giudichi Zedda dopo un anno e qualcosa di lavoro in via Roma.
«Non so mettere voti e non amo farlo. Fra i desideri, la volontà di risolvere le questioni e il fatto di affrontarle, accontentando tutti, c'è un dato incontestabile: i problemi sono talmente tanti e importanti che servirebbero sforzi sovrumani».
Le differenze fra lo scenario che lei aveva in mente, la sera del trionfo in piazza del Carmine, e questo, 400 giorni dopo.
«È esattamente come pensavo. Ma non potevo immaginarmi le cinque manovre finanziarie che ci sono state, un dato che distrae dagli obiettivi perché sei quotidianamente, e per forza, concentrato sui numeri. Non pensi al futuro, a una strategia, perché cambiano continuamente le regole, quelle della cassa. Devi essere pronto, sapere tutto senza mai farti trovare impreparato. Devi conoscere le dinamiche di ogni quartiere, di diverse famiglie... ma ogni giorno c'è qualcuno - da Roma - che ti dice “non hai più quei risparmi” che avevi messo da parte, faticosamente».
L'eredità di Emilio Floris: cosa conservare e cosa invece rivoltare e mettere via?
«Non è vero che siamo tutti uguali, soprattutto sulla politica. Ma ci sono anche aspetti sui quali non ci si deve dividere per forza. Per esempio, la metropolitana leggera: non è di destra o di sinistra, ma piuttosto chiediamoci se è necessaria e in quale direzione deve andare. Ho trovato tante cose che non andavano bene, però i conti sono in ordine e di questo va dato atto al mio predecessore. Nessuno spreco, solo qualche spesa superflua».
Lei passeggia spesso a piedi, gira anche da solo, è molto giovane (per la politica) ma sa dove mettere il cappello. I suoi detrattori, a sensazione, sono in aumento o in via d'estinzione?
«C'è ancora una grande aspettativa. E questo mi preoccupa. Il sindaco non è Superman, è una persona che magari non ha più vita privata - non ho famiglia, se non i genitori, rischio di perdere gli amici - ma avverto che c'è ancora tanta gente che spera nei miracoli, in uno sforzo ulteriore. Il consenso c'è ancora, però, e questo mi conforta».
Quale critica le ha fatto più male, in questo primo anno al timone del municipio?
«Non mi permetto mai di entrare nel privato di qualcuno, per educazione e rispetto. In questo mi sento molto sardo. I commenti, le voci sul privato mi deludono e offendono».
A Cagliari ci sono gruppi di potere, o grandi famiglie, che cercano di manipolare o deviare il lavoro del sindaco?
«Anche io ho una grande famiglia, ho diverse zie, un sacco di cugini, siamo davvero tanti. Ora rispondo: i poteri forti sanno come tutelarsi, sono forti per quello. Io ascolto tutti nell'interesse della città, non so se le persone che incontro siano forti o deboli, ascolto quello che mi chiedono. E valuto. Odio i mezzucci, non subisco le pressioni, mi irrigidisco e faccio un passo indietro».
Si dice, non certo a Cagliari, che lei sia uno spendibile per qualcosa di più "pesante" sul piano politico.
«Io sognavo di diventare il sindaco di Cagliari, lo penso da quando ho cominciato a fare politica. Io sto bene così, sono arrivato. Il mio obiettivo quotidiano è migliorare la città. Ma cinque anni sono pochi, forse, ed è giusto sottoporsi al giudizio degli elettori alla fine del proprio mandato. Gli elettori non si prendono in giro, ti hanno scelto e devi rispettare quella fiducia».
Cagliari è più sporca di prima, l'asfalto è a pezzi, in giro non si avverte nulla o quasi della svolta politica epocale che c'è stata.
«Questi sono problemi seri. Il taglio di risorse che c'è stato, con diverse decine di milioni di euro in meno al Comune, ci mette di fronte a delle scelte da fare: non faccio la manutenzione stradale dovunque, risparmio magari sulla pulizia a favore di sforzi per il trasporto pubblico o i servizi sociali. Svolta epocale? Questi cambiamenti si avvertono in un paio d'anni: la buca in strada è simbolo di inefficienza, ma preferisco pensare a qualcosa di più importante con le risorse che ho a disposizione».
Dicono che sia stato troppo remissivo e disponibile con la gente rom.
«Dopo il sequestro, la Procura della Repubblica mi ha indicato come custode del campo. Perché mi devo far condannare per omissione di atti d'ufficio? In modo pacifico, abbiamo liberato una zona compromessa. Stavamo perdendo i contributi perché nessuno li aveva utilizzati: sai, sarebbe stato inopportuno usare quei fondi comunitari per i rom, quindi meglio perderli. Chi mi accusa vuole stimolare sentimenti razzisti usando la pancia delle persone. Abbiamo trovato una sistemazione, lo ricordo, a un centinaio di bambini rom».
Le unioni civili: Milano arriva dopo.
«Mi ha fatto piacere, sono convinto che se anche una sola coppia di fatto avesse posto il problema dei propri diritti, il Parlamento si sarebbe dovuto riunire e discutere».
Su questioni mediaticamente molto forti - stadio, anfiteatro, Poetto della prima ora - lei e la sua giunta avete sottovalutato tutto, giocando male le vostre carte.
«Non sono d'accordo. L'anfiteatro: tutti gli edifici che hanno una certa età vanno periodicamente risistemati e così sta facendo la Soprintendenza con l'anfiteatro, che riapriremo per la prossima estate. Con un progetto nuovo, legato all'Orto botanico e al parco del San Giovanni di Dio, separati solo da un muro. Quello sarà un unico, grande parco culturale e per grandi eventi. Lo stadio: il Sant'Elia, al centro di una delle zone umide più importanti d'Europa, sarà ristrutturato e utilizzato non solo per il calcio, ma anche per grandissimi eventi e iniziative diverse. Penso, comunque, che debba restare la “casa” del Cagliari calcio. Sul Poetto non abbiamo sbagliato. I baretti hanno un'immagine migliore, più decorosa. E sull'amianto, è stato giusto chiudere la spiaggia: gran parte dei 500 chili di cemento-amianto raccolti stava cominciando a polverizzarsi. A Bari, per la stessa causa, hanno chiuso la spiaggia per tre anni. Io sono il responsabile della salute dei cittadini».
Stretta attualità: lei che della Marina è un frequentatore assiduo, si è lasciato scappare il festival letterario.
«Risolverò la questione al più presto. Marina Café Noir si farà, è pronta una delibera».
È vero o è solo un'ottimistica indiscrezione che ridurrà l'Imu?
«Se me l'avesse chiesto un paio di giorni fa, avrei risposto sì, riportandola a 4 per mille. Dopo le notizie di una nuova manovra finanziaria in arrivo, non ho certezze».
Nella sua giunta, ci sono assessori sui quali crede di aver sbagliato?
«No, e non è una risposta diplomatica. Si cresce insieme, tutti stanno facendo un buon lavoro».
Una scelta impopolare che difende.
«Chiudere il Poetto, ma non avevo scelta».