Rassegna Stampa

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La città che il Comune non vede: commercio e turismo affondano in un centro dominato dai cartelli “a

Fonte: web Castedduonline.it
20 luglio 2012


19/07/2012 15:43

Basterà una Notte Arancione come uno spot contro la crisi? C’è una città che il Comune evidentemente non vede: è quella dei cartelli “affittasi” di via Dante, dove nel tratto verso piazza Repubblica due negozi su tre sono sfitti. L’assessore Barbara Argiolas che parla con enfasi di “cambio della mentalità” ha in realtà diversi spunti su cui riflettere. Il primo: in un anno e mezzo non è stata realizzata alcuna politica seria per rivitalizzare il cuore del commercio in città, stritolato dalle Città Mercato. Il Comune pensa a “iniziative dedicate” per via Dante solo adesso, quando gli affitti costano tremila euro al mese e per colpa della crisi i commercianti sono già scappati. La pedonalizzazione del Corso una settimana fa è stata un flop soprattutto nel dialogo col commercio: sono stati loro, i negozianti, a rifiutarsi di aprire di sera snobbando l’iniziativa del Comune. Hanno risposto con l’indifferenza. Così come era stata un flop l’apertura serale dei mercati civici: più volte annunciata, decollata a fatica, poi tornata nel dimenticatoio. Nel frattempo le periferie ancora una volta non vengono sfiorate dal remake di Shopping sotto le stelle, ai tempi di Floris almeno c’erano le orchestrine. Manca a Cagliari quasi totalmente una politica che dia risultati concreti anche nel turismo. Qualche esempio? L’area per i box dei ricci: Quartu l’ha realizzata a tempo di record, Cagliari ci ha messo oltre un anno a sbloccare il piano per Su Siccu. Per poi fare scoprire agli operatori che lavoreranno in pochi, tutti gli altri saranno dirottati (forse) all’Ottagono, ma anche in questo caso si naviga a vista. In un’estate senza svago a Cagliari: nessuna iniziativa per rilanciare il Poetto nell’anno dell’amianto, e di Marina Piccola che si presenta ai turisti come un enorme cantiere aperto, passeggiata in mezzo alla polvere. Non decollano i bus notturni, il Ctm fa i conti e scopre che non tornano. Emblematica è la lettera scritta dai turisti stranieri sui difetti della Cagliari attuale: chi non crede nel web dovrà ricredersi in realtà, perchè quell’articolo di denuncia è stato letto da oltre 123mila persone, cioè il triplo di quelli che leggono normalmente i giornali cartacei. La riportiamo qui sotto integralmente, per lanciare un allarme: la giunta Zedda rischia di scivolare su un terreno importantissimo, sul quale bisogna subito porre rimedio. Ecco la lettera dei turisti stranieri che denunciano: “Affascinati dallo splendido mare i miei amici stranieri che sono venuti a visitare cagliari hanno notato:
- la città è in generale sporca; si percepisci un senso di trascuratezza.
- la spiaggia è molto sporca: sembrava quasi impossibile stare sdraiati in mezzo a cumuli di cicche e rifiuti vari.
- i venditori ambulanti sono troppi e alla fine di una giornata intera trascorsa in spiaggia vengono considerati molto fastidiosi.
- è difficoltoso e non intuitivo acquistare ticket per i mezzi CTM; saliti direttamente sul bus dopo una ricerca senza frutti di una rivendita,
l’autista non è in grado di comunicare minimamente, neanche con inglese base: autorizza gli amici a salire e stare a bordo senza ticket.
- la chiusura dei negozi per la pausa pranzo anche di 3 ore da molti non viene capita; (“possono fare i turni?”)
- assoluta mancanza di intrattenimento notturno; dopo le ottime cene all’aperto nei ristoranti della Marina, sembra impossibile non ci sia niente da fare.
(“perché non creare al porto una zona di intrattenimento notturno come Barcellona o Lisbona? “)
- sembra impossibile che al Poetto non ci sia un negozio per acquistare un materassino o un asciugamano da mare.
- non esiste un parco acquatico e/o piscine nella zona Poetto.
- la zona dove erano situati i chioschi dei ricci è abbandonata (“questa è una discarica?”).