Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Floris e Delogu si autoassolvono

Fonte: Sardegna Quotidiano
17 luglio 2012

Stadio

 

SANT’ELIA Tra aneddoti e storia degli ultimi anni gli ex sindaci raccontano la gestione dell’impianto e i rapporti con Cellino: «Non è stato fatto nulla? Falso». Farris: inutile il concorso di idee nL’autorizzazione, magari in extremis, per far aprire il Sant’Elia e consentire al Cagliari di disputare la partita? Per ottenerla, sotto la consiliatura di Mariano Delogu, era sufficiente una cena tra l’allora assessore allo Sport, Carlo Porceddu e Carlo Longhi, l’ex arbitro, ingegnere della Commissione impianti sportivi della Figc. E nelle poltroncine del Sant’Elia, accanto a Massimo Cellino, il sindaco Delogu doveva esserci ben prima del fischio di inizio di ogni match, per volontà scaramantica dello stesso Cellino. Nei dieci anni di consiliatura sotto l’egida di Emilio Floris, pur di veder giocare la squadra in città, ogni due settimane il primo cittadino firmava la proroga della concessione per l’uti - lizzo dello stadio. Altri tempi, quelli in cui tra via Roma e viale La Playa i rapporti erano non idilliaci, ma diversi da quelli attuali. Un mix tra amarcord e azione politica, quello venuto fuori ieri sera durante l’incontro “Ul - timo stadio? Da Sant'Elia a Is arenas”, organizzato dall’associazione La Caravella. Presenti tutte le cosiddette vecchie e meno vecchie glorie, non del Cagliari, ma di Cagliari. Come l’ex sindaco Mariano Delogu e quello che era il suo assessore allo Sport, Carlo Porceddu, ma anche Emilio Floris.

Al tavolo anche l’attuale capogruppo Pdl, Giuseppe Farris e il sindaco di Quartu, Mauro Contini. «È una bugia dire che in questi anni non è stato fatto nulla. Il mio rapporto con Cellino era buono, per quanto abbia un carattere difficile. Mi voleva con lui a ogni partita, se arrivavo in ritardo erano guai», racconta Mariano Delogu, «Zedda doveva trattare con lui, Cellino è ragionevole». Tanto che, per togliere le castagne dal fuoco a Delogu, gli interventi di Carlo Porceddu erano una benedizione: «Un sopralluogo, un pranzo con Longhi, due chiacchiere, e la domenica successiva lo stadio era aperto, senza problemi», dice Porceddu. Un bene comune che non si poteva perdere: ne è sicuro Emilio Floris: «Vergavo di persona i continui rinnovi per l’utiliz - zo del campo. Mi sentivo spesso al telefono con Cellino, sembrava sempre pace ma il giorno dopo ci attaccava attraverso la stampa», ricorda Floris, che stima in «sessanta milioni di euro la cifra persa dalla giunta Zedda sugli stop ai progetti fatti dalla mia maggioranza per la città. Sul Sant’Elia, spero ci siano occasioni per ripensare allo stadio come la casa del Cagliari». Utilizza solo il metro politico Giuseppe Farris: «Nel 2010 avevamo stilato la delibera per la cessione del diritto di superficie dello stadio, ma Cellino aveva già adocchiato Elmas, un cambio legittimo», afferma, «lo stadio senza il Cagliari è solo un costo per le casse comunali, i concorsi internazionali promossi da Zedda sono inutili ». Gongola, ma precisa che la casa del Cagliari di Is Arenas è temporanea, Mauro Contini: «Per Quartu è un grande beneficio, fra tre anni il Cagliari andrà via e ci lascerà una struttura nuova. Certo, anche da tifoso rossoblù riconosco che la sua vera casa è il Sant’Elia». E la società annuncia: solo una partita del prossimo campionato sarà a Trieste. Paolo Rapeanu