Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tombe fuori dal vincolo: si sapeva fin dal 2001 Una nota dell’archeologa Donatella Salvi aveva mes

Fonte: La Nuova Sardegna
17 luglio 2012

TUVIXEDDU» IL PROCESSO

 

 Ora si scopre che già nel 2001, con una nota del 16 novembre trasmessa agli uffici del Comune, la sovrintendenza archeologica aveva segnalato la possibilità che altre tombe potessero trovarsi al di fuori dell’area di Tuvixeddu protetta dal vincolo. La nota è firmata Donatella Salvi, archeologa della Sovrintendenza sotto processo per la vicenda dei lavori irregolari attorno al parco: è stato il suo difensore, l’avvocato Michele Loy, a ricordarlo al tribunale all’udienza di ieri mattina,aprendo uno scenario inedito in una vicenda già aggrovigliatissima e ricca di aspetti controversi. La Salvi è la stessa esperta che alle richieste incalzanti di chiarimenti sulla situazione del colle punico inviate al suo ufficio dall’allora direttore regionale dei Beni culturali Elio Garzillo rispose con una relazione dettagliatissima, che per la prima volta indicava numero e posizione dei ritrovamenti avvenuti dopo l’accordo di programma del 2000, quello che ha dato il via libera all’intervento immobiliare di Nuova Iniziative Coimpresa. Erano 1166, come ha ricordato rispondendo alle domande del pm Daniele Caria la dirigente di Italia Nostra Maria Paola Morittu. Un numero dapprima negato, poi parzialmente ammesso nel corso dell’interminabile controversia amministrativa, infine certificato inoppugnabilmente dal Consiglio di Stato con la sentenza dell’aprile 2011, quella che ha fermato l’avanzata del cemento su Tuvixeddu. Ma se quel numero era ormai pacifico e acquisito agli atti del procedimento penale in corso, la nota della Salvi che ipotizza un’estensione diversa, più ampia, dell’area da tutelare anche prima che entrasse in vigore il Piano paesaggistico conferma come i timori espressi dalle associazioni culturali ed ecologiste negli anni fossero tutt’altro che infondati: il vincolo che il sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni considerava sufficiente a tutelare i beni storici del colle, quel vincolo difeso a spada tratta anche nelle otto sedute della commissione regionale paesaggio del 2006, era ben lontano dal garantire la conservazione integrale del sito archeologico, anche al di là della valutazione complessiva, paesaggistica, del compendio di Tuvixeddu-Tuvumannu. C’era dunque il pericolo che i lavori programmati distruggessero parti importanti della necropoli. Ieri, in tribunale, si è concluso l’esame del commissario Fabrizio Madeddu, autore delle indagini. E’ stata ricostruita la vicenda di Valeria Santoni, la figlia ingegnere del sovrintendente, che ha lavorato da marzo 2005 a dicembre 2007 per le società del costruttore Gualtiero Cualbu per 1800 euro al mese: un progetto firmato da lei è stato il solo per il quale l’impresa ha chiesto al comune di sospendere l’istruttoria. Vincenzo Santoni - per l’accusa - avrebbe votato contro i nuovi vincoli su Tuvixeddu anche a causa di questo rapporto professionale tra la figlia e il costruttore. In realtà - così ha sostenuto con forza ieri il difensore Pierluigi Concas - quel «no» ai vincoli era ancorato a ben altre e serissime ragioni. La vicenda è nota: per la realizzazione di muraglioni difformi dal progetto attorno all'area sepolcrale di Tuvixeddu - dove il Comune era impegnato nel 2008 ad allestire un parco pubblico - e per la costruzione di un complesso edilizio su viale Sant'Avendrace a ridosso delle tombe puniche sono imputati di falso l'archeologa che doveva vigilare sui lavori Donatella Salvi, il dirigente per l'area gestione del territorio Paolo Zoccheddu, l'ingegnere del servizio pianificazione del territorio Giancarlo Manis, il direttore dei lavori Fabio Angius e il costruttore Raimondo Cocco. Santoni è accusato di abuso d'ufficio e falso, per la vicenda dei vincoli. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Benedetto Ballero, Massimiliano Ravenna, Pierluigi Concas, Massimo Delogu e Michele Loy. Il dibattimento andrà avanti il prossimo primo di ottobre con l’esame dei componenti la commissione regionale paesaggio. Il pm Caria ha rinunciato alla testimonianza dell’attuale sovrintendente archeologico Gabriele Tola.