Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Centri d’arte, la rivoluzione alle porte

Fonte: La Nuova Sardegna
5 luglio 2012



Reso pubblico il bando per Il Ghetto degli ebrei, il castello di San Michele, l’ExMà, l’ex Lazzaretto e villa Muscas




di Roberto Paracchini wCAGLIARI Ieri è stato reso pubblico il bando per la gestione di cinque centri d’arte del Comune: il Ghetto degli ebrei, il castello di San Michele, l’ExMà, l’ex Lazzaretto e villa Muscas. Mentre venerdì scorso l’assessore Enrica Puggioni (Cultura) ha presentato alla commissione Cultura il “Piano comunale per le politiche culturali” in cui si «individua nell’arte, nella creatività e, più in generale, nella cultura, anche scientifica, un motore di sviluppo del tessuto urbano, sociale ed economico della città». Come dire che la Giunta guidata da Massimo Zedda punta sulla cultura: sia come crescita della società civile, che come produttrice diretta di ricchezza. Ma un conto sono le enunciazioni, altre la pratica. Per dimostrare di fare sul serio nel documento vi sono anche precise indicazioni sul ruolo e la «destinazione d’uso» che dovrebbe avere ogni struttura gestita dal Comune, sulle modalità di progettazione, sul tipo di rapporto pubblico-privato e sul ruolo del web negli interscambi cittadini. Il tutto tenendo conto che Cagliari ha una storia culturale (teatrale e musicale, solo per fare due esempi) di tutto rispetto e che può fungere da base per farne «un grande laboratorio urbano di sperimentazione e di ibridazione di linguaggi dell’arte, della scienza e della tecnologia». Ora parte il primo tassello: il riaffidamento con nuove regole dei centri d’arte e cultura cittadini col bando per la gestione del primo gruppo di strutture. In particolare chi aspira a interessarsi dell’ex Lazzaretto dovrà presentare un piano nel solco della creazione della “città dei bambini e dei ragazzi”. Secondo il progetto dell’assessore per questa struttura, che si trova nel rione di Sant’Elia, è determinante «sostenere la crescita dei bambini promuovendo la sua partecipazione alla vita culturale e sociale della comunità e l’accoglienza, e la valorizzazione delle sue potenzialità creative e intellettive, nonchè sostenere la crescita dell’adolescente attraverso attività didattiche e ludiche che concorrono alla costruzione di aggregazione sociale attiva». Un programma che dovrebbe stimolare anche il flusso di persone verso Sant’Elia: per partecipare alle varie iniziative che vi si svolgeranno. Un’altra prescrizione puntuale riguarda i progetti per il Ghetto degli ebrei che dovranno incentrarsi sulla realizzazione di un laboratorio urbano e del paesaggio. Con l’obiettivo di «promuovere la ricerca, il dibattito, l’esposizione e la divulgazione dei temi riguardanti l’architettura contemporanea e il suo rapporto con lo spazio pubblico, il tessuto storico e il paesaggio». E l’intenzione di non rivolgersi solo agli studenti e ai ricercatori, ma a tutta la cittadinanza in considerazione della grande sensibilità presente - come dimostrato dal successo di Festarch - per questo tipo di problemi. Secondo il piano comunale, inoltre, il castello di San Michele dovrebbe puntare alla diffusione della cultura scientifica, villa Muscas a quella gastronomica e l’ExMà all’arte contemporanea. Ma per questi tre centri le indicazioni non sono vincolanti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA