Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In seimila alla festa del Poetto Così Cagliari abbraccia i gay

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2012

Vedi la foto «Ho due figli gay e non me ne vergogno». Nella folla di facce dipinte e sorridenti di ragazze e ragazzi senza schemi, cinque signori aspettano la partenza del corteo. Sono le 16,30, la prima fermata ribolle di musica a tutto volume e di gente impaziente e accaldata. Compassati, impugnano una bandiera bianca che sventola nello scirocco del pomeriggio con la scritta «Agedo». Che sta per «Associazione genitori di omosessuali». Sono scesi da Sassari, pattuglia tra le tante di un esercito che ieri sera ha invaso il Poetto. Nel primo Gay pride della Sardegna c'è posto per tutti. Una festa di colori e allegria in nome del rispetto e dei diritti.
PRESENTI «Siamo diecimila», gioisce Carlo Deiana, presidente dell'Arc, l'associazione cagliaritana organizzatrice della marcia, debutto ufficiale della giornata dell'orgoglio omosessuale, nata nel 1969 in Florida. Una stima dettata dall'entusiasmo. Secondo la Questura, il corteo ha raggiunto quota cinquemila, di sicuro un migliaio in più considerata la partecipazione spontanea della gente che si è unita o ha assistito al passaggio. Nessun incidente, magari qualche faccia perplessa, più divertita che infastidita. Cagliari, ieri sera, ha abbracciato i gay.
Un abbraccio accaldato, in costume da bagno indossato dai bagnanti che hanno lasciato gli ombrelloni per assistere al passaggio del corteo aperto dallo slogan «Liberos, respetados, eguales». Così riportava la scritta dello striscione, dietro il quale ha sfilato il sindaco Massimo Zedda. Una star, a giudicare dagli applausi, baci e strette di mano. Barbetta e camicia azzurrina sui pantaloni si è presentato al Gay pride, forte della delibera che istituisce il registro comunale delle unioni di fatto. Al suo fianco Angela Quaquero, presidente della Provincia con un cappello di paglia stile tropici, e Paola Concia, deputato Pd-icona delle lesbiche, accompagnata dalla sua compagna Riccarda.
CHI C'ERA Una prima fila istituzionale, completata da una pattuglia di assessori (Frau, Marras, Puggioni). Tra i consiglieri Mondo Perra, firmatario nel 2007 della prima mozione per il registro delle unioni civili. E poi Francesca Barracciu (rappresentante ufficiale del Pd), Michele Piras (coordinatore di Sel), il parlamentare Pd Giulio Calvisi, Luca Pizzuto (rappesentante della Provincia del Sulcis), Mariano Strazzeri (vicesindaco di Elmas). Festeggiatissimo Gianluigi Piras, assessore comunale di Jerzu, promotore di una delibera anti-omofoba del Comune ogliastrino (la prima in Italia).
Il corteo è partito alle 18, come da copione. Aperto da un gruppo di sette centauri, un paio vestiti da reduci di un video dei Village People. Tutti gay? Macché: «Sono etero, ma non omofobo», c'era scritto nella maglietta di una coppia (Alessandro Nurchi e Maura Giglio) in sella a una Harley Davidson. «La nostra è una manifestazione politica, non una carnevalata», ha spiegato Carlo Cotza, portavoce degli organizzatori: «Vogliamo semplicemente combattere contro ogni tipo di discriminazione e di violenza, sia fisica che verbale nei confronti di tutti. Omosessuali o no».
DECIBEL Tre camion-discoteca hanno sparato i decibel giusti per scaldare l'atmosfera. A parte il clima compassato della testa del corteo dominata dai rappresentanti delle istituzioni, la sfilata si è ben presto trasformata in uno spettacolo di corpi che ballavano, visi allegri e sorridenti. Esibizionismo, ma senza esagerare. Non sfacciato, depurato da scritte e cartelli che potessero colpire altre sensibilità.
Dopo il Lido la sfilata ha dovuto deviare il percorso. All'altezza della Quarta e Quinta fermata il lungomare è interrotto dal cantiere della bonifica per l'amianto scoperto in spiaggia. Ha imboccato la via Ausonia, costeggiato la chiesa della Vergine della Salute (senza nessun problema). All'altezza della Sesta ha ripreso il tracciato normale approdando verso le 20,30 davanti all'ospedale Marino.
GRAZIE Il sindaco Zedda è salito sul camion e ha ringraziato in un discorso-lampo: «La buona politica è quella che si occupa delle esigenze anche di poche persone». Un saluto anche dalla Quaquero e dalla Concia che ha promesso di ritornare il prossimo anno. È stato il primo Gay Pride, Cagliari si è allineata regalando un tramonto spettacolo mentre riprendeva la musica. Si è ballato fino a tardi.
Antonio Martis