Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dai chioschi: è un complotto

Fonte: L'Unione Sarda
25 giugno 2012

Ma l'eternit non fa paura: «C'è stato trent'anni, poteva rimanere tre mesi in più»

Titolari dei baretti: nuova mazzata dopo otto mesi di stop

L'estate incalza, e il Poetto si restringe, cittadini e turisti sono furiosi. E come se non bastasse dai chioschi si grida al complotto. È il preludio di un'estate torrida. Alessandro Espis getta acqua sul fuoco dell'allarmismo: «C'è stato quasi trent'anni l'amianto, poteva stare altri tre mesi», e continua la sua corsa nel lungomare. Ignazio Trovato, classe '50, rimpiange i casotti: «Il mio era giallo, ed era proprio alla Quarta». L'amianto non lo preoccupa poi tanto, ma si perde nei ricordi: «I tornei a scialandroni». E nell'83 la pizzata con tutti i casottisti: «Le tavolate partivano dalla Terza e arrivavano sino all'ospedale Marino».
La tesi del complotto furoreggia, soprattutto tra i titolari dei baretti. Anna Frongia gestisce il Nilo da 26 anni: «Siamo stati chiusi otto mesi e nessuno ha trovato amianto, stranamente è saltato fuori dopo aver messo l'ultimo chiodo». Michele Palumbo, dipendente dell'Area sesta: «È una boiata, ogni giorno trovano nuovi pezzi, ci vogliono danneggiare». Ignazio Tesotti è un emigrato forzato: «Sono sempre andato alla Quarta», ma ieri era chiusa e si è spostato di qualche metro. L'errore è la tempistica: «Avrebbero dovuto iniziare i lavori in inverno». Anche Marta Sovrano era solita andare nella fetta di litorale blindata. Ieri era poco più avanti. La spiaggia dei centomila ora è la spiaggia dell'amianto. La notizia varca i confini regionali e arriva a Torino. Sergio Fadda, cagliaritano d'origine e dal '63 piemontese d'adozione, rimpiange il Poetto di un tempo. E sull'amianto: «L'hanno messo apposta, vogliono far sgomberare i baretti».
Sara Marci