Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Holiday Island, sperimentazione e multimedialità a prova d’artista

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 giugno 2012

MEME

 

L’ultimo atto di un processo che ha coinvolto artisti provenienti da tutto il mondo. Gli spazi del Meme in via Mameli a Cagliari ospitano “Holiday Island …e ritorno”. Fino a venerdì 29 giugno è possibile visitare un’esposi - zione ricca di contenuti multimediali. Il progetto Holiday Island nasce un anno fa da un’idea di Giovanni Casu e Giusy Sanna. Un esperimento realizzato in collaborazione con il Sardisches Kulturzentrum di Berlino, che ha reclutato tre giovani artisti e li ha invitati a mettere alla prova la loro creatività. Così nel giugno del 2011 il portoghese Nuno Vicente, la polacca Ewa Surowiec e l’australiano Bryn Chainey hanno vissuto per una settimana a Samatzai. Un breve viaggio durante il quale condividere un’atmo - sfera diversa e lasciarsi ispirare dalle case, dalle persone e dal paesaggio. Il paese del Medio Campidano, molto lontano dallo stereotipo di una Sardegna tutta mare e abbronzatura, ha offerto ai tre giovani diversi spunti di riflessione. Nuno Vicente ha subito uno shock culturale. Le persone, il modo di fare e di vestire gli hanno ricordato il suo Portogallo, distante quasi duemila chilometri. Uno spaesamento mitigato grazie ad un’attenta analisi dell’ambiente che lo circondava. Una natura sempre presente, che influenza fortemente la vita dei suoi abitanti. Le sue sculture rappresentano il ciclo naturale tra la vita e la morte.

Ewa Surowiec ha messo a confronto le proprie tradizioni famigliari con quelle del paese che la ospitava. A Samatzai, come in tutti i centri abitati di piccole dimensioni, è facile trovare un intero nucleo famigliare, diverse generazioni residenti a pochi metri di distanza. Questa particolarità ha portato alla realizzazione di un’opera in due parti, due opposte facce della stessa medaglia. Da un lato “loosing sharpness”, ritratto di una famiglia frammentata, così come viene vissuta dall’autrice. Dall ’altro uno schieramento di parenti al gran completo, ripresi durante il soggiorno in Sardegna. Bryn Chainey ha compiuto un’indagine sui graffiti presenti sui muri cittadini. Nessuna firma e nessun colpevole, nonostante le ridotte dimensioni del contesto urbano. Le sue fotografie ritraggono diversi esempi di scritte sulle pareti delle case, sulle saracinesche o i tombini. Filo conduttore delle immagini è la durezza dei messaggi senza autore disseminati per tutto il paese. «È stato interessante osservare le reazioni a questo nuovo contesto», commenta la curatrice Giusy Sanna, «ci sono stati dei momenti in cui i ragazzi erano pronti a girare per il paese, ma li abbiamo dovuti fermare perché dopo una certa ora non avrebbero trovato nessuno per strada». Si sono uniti a questa missione Marisa Benjamin e Carlo Spiga, pronti a carpire i più piccoli particolari della vita di paese per realizzare opere d’arte e performance. Spiga, unico artista sardo della spedizione, ha provato qualcosa di più incisivo rispetto ai suoi compagni di viaggio.

Nonostante giocasse in casa, ha voluto sperimentare diverse modalità espressive che hanno modificato il ritmo di vita del paese. Una volta impadronitosi del bando cittadino –una rete di comunicazione a mezzo altoparlanti disseminati per il territorio comunale – ha provato a spezzare la routine, introducendo nuovi annunci e nuovi brani musicali, che hanno potuto così raggiungere tutta la popolazione. «Ho voluto correre un rischio, provando a sperimentare cose che secondo me erano molto belle ma per altri sono un terreno minato », spiega l’artista. «Era da tanto che sognavo di utilizzare questa rete di comunicazione, finalmente ci sono riuscito». Le opere realizzate a Samatzai sono state esposte a febbraio al Project Space Supermarkt di Berlino. Video, foto e installazioni frutto dell’esperienza sarda disseminati nello spazio espositivo, oltre ad alcune performance dal vivo realizzate da Carlo Spiga. Il giovane ha provato a replicare l’esperienza del bando cittadino, avventurandosi in una fredda Berlino armato di altoparlante, attraverso il quale annunciare la mostra. È in corso l’ultima tappa del viaggio, un doveroso ritorno all’isola dove tutto è cominciato. Il ricordo di un’esperienza di vita che ha segnato profondamente tutti i suoi partecipanti. Jacopo Basanisi