Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Ctm? Vi spiego il futuro»

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012


Il direttore Ezio Castagna: il lievitare della benzina regala nuovi clienti
ma mancano all'appello gli abbonamenti mensili di chi ha perso il lavoro

Il Ctm visto da dentro significa la sala comandi di viale Trieste dove su una grande schermata digitale compare la rete e i suoi mezzi in movimento in tempo reale. Ma significa soprattutto parlare con Ezio Castagna, direttore generale della Spa che anche quest'anno chiuderà il suo bilancio in attivo. «Non costiamo alla città», dice soddisfatto. Uomo tutto d'un pezzo, decisionista e osso duro per il sindacato (scontro spigoloso nel 2002), è il termometro preciso di ciò che sta accadendo a Cagliari sul fronte del trasporto pubblico in un momento in cui è necessario ripensare al traffico per non morire soffocati dalle auto e (mica da meno) non finire prosciugati davanti alla colonnina della benzina.
Subito una curiosità. Ma l'aumento spropositato del prezzo dei carburanti ha favorito la crescita dei viaggiatori sui pullman cittadini?
«Durante l'ultimo incontro tra direttori dell'associazione di categoria Astra - da me coordinati -, alla domanda posta dal direttore generale sulla percezione che avevamo a riguardo, tutti quanti noi abbiamo risposto che abbiamo meno gente di prima. Solo un'eccezione che riguarda la Toscana del sud. Nello specifico del Ctm e di Cagliari in questi mesi stiamo però molto recuperando in termini di bigliettazione e dei relativi introiti».
Suona strano. Calano i passeggeri e salgono gli incassi?
«È semplice, noi prima avevamo quattro verificatori, i controllori per capirci, e adesso ne abbiamo quattordici. Devo aggiungere altro?».
No, è stato chiarissimo. Lei in quella riunione dell'Astra disse che Cagliari è in una zona mista. Cosa significa?
«C'è una buona quantità di persone che ha abbandonato l'auto per il bus ma, a causa della crisi e dei relativi licenziamenti, ci sono molti meno lavoratori che prendono un pullman per recarsi sul posto d'impiego, questo a livello nazionale si risente particolarmente nelle zone industrializzate. Nello specifico sono calati pesantemente proprio gli abbonamenti mensili perché sono quelli specifici del lavoratore. Abbiamo, invece, recuperato bene sui biglietti. Ecco perché parlo di zona mista. Abbiamo guadagnato tanta gente che si affaccia per la prima volta all'autobus ma abbiamo perso molti fedeli perché non hanno più l'impiego. Stiamo recuperando rispetto al 2011, ma siamo più bassi del 2010».
Qual è la proiezione?
«Chiuderemo il 2012 con un 5-6 per cento in più di introiti rispetto al 2011 ma almeno con un 6 per cento inferiore se confrontiamo i dati del 2010. Crisi fisiologica».
Per alleggerire il traffico in passato si crearono parcheggi di scambio nei due ingressi della città. Fallì, perché?
«I parcheggi di scambio funzionano in due soli casi: quando il centro è off limits oppure il livello del costo dei parcheggi è talmente elevato. Faccio un esempio: lei è di Quartu deve venire a Cagliari per la mattinata, arriva alle 8.55, paga due euro e va via all'una. Mi vuole spiegare perché deve spendere 2.40 euro per prendere l'autobus? Non è conveniente. I parcheggi di scambio funzionano quando sotto c'è un mezzo cadenzato, cioè il metrò».
Cittadinanzattiva vi ha monitorato, avete passato l'esame con un “Buono”. Il report dice che il 63 per cento dei vostri pullman viaggiano in perfetto orario. Soddisfatto?
«Non sono soddisfatto, penso che dovremmo essere all'80 per cento. Anche se i nostri dati interni sulla puntualità sono leggermente diversi: per noi siamo all'83 per cento. Però mi devo attenere a quello che fanno gli esterni. Considerando che non abbiamo corsie preferenziali, o comunque sono pochissime, è un buon risultato. L'azienda va abbastanza bene. Su linee come 1,10 e 3 sono al 100 per cento. Siamo arrivati terzi in Italia secondo Mistery Client: esami su 28 aziende italiane, hanno controllato pulizia, servizio, puntualità. Tutta una serie di parametri a cui abbiamo saputo rispondere con alto apprezzamento».
Cosa serve per raggiungere quell'80 per cento di puntualità?
«La strategia base è la velocità commerciale. Anche se a volte sembra che ai viaggiatori importi più quanto tempo aspettano alla fermata e non quanto dura il viaggio».
Su questa linea la nuova scelta del Comune di favorire i bus sulla linea verde dei semafori e non le auto?
«Le modifiche ai semafori fanno sempre parte di tutta quella tecnologia che Ctm gestisce attraverso la sua consociata Its, 28 per cento di proprietà. Siamo noi che governiamo i semafori intelligenti: sono 65 a Cagliari e aspettiamo il via libera dell'assessore Coni per metterli in funzione. Un semaforo vedendo la coda allunga il tempo del verde da un lato e stringe il rosso dall'altro, tutti i semafori sono così e presto lo saranno anche quelli dei Comuni dell'area vasta. L'apertura di Coni è molto importante. Abbiamo calcolato che abbiamo una velocità commerciale calcolata ad oggi su tutta la flotta di 15,9 chilometri orari. Ci sono città che hanno 12, Napoli 8. Coni ha calcolato un incremento del 25 per cento cioè quasi 4 chilometri. Per noi, schizzare da 15,9 anche solo a 19 è un altro mondo. Altra cosa che il Comune si prepara a fare è darci nuove corsie preferenziali. Se si apre anche il nodo di piazza d'Armi, che per noi è un dramma, (siamo costretti a dare ai cittadini la 58 che è una linea pessima, un carro bestiame), se riuscissimo ad avere altri 6 o 7 chilometri in tutta la città ci cambierebbe la vita. Sarebbe fantastico se in via Is Mirrionis i nostri mezzi viaggiassero in preferenziale da San Michele a piazza d'Armi o se in via Bacaredda la nostra corsia riservata proseguisse sino all'ex Hotel Jolly».
E cosa vi frena?
«Le scelte politiche. Creare corsie preferenziali per autobus significa penalizzare il traffico privato, bisogna avere il coraggio di farlo. Ho notato che l'assessore Coni e il sindaco Zedda hanno accolto bene la nostra proposta di Brt (Bus rapid transit) da piazza Repubblica a piazza Matteotti, una cosa totalmente nuova: un autobus che passa ogni 10 minuti e fa solo dieci fermate, un servizio di una velocità incredibile. Ma con più preferenziali potremmo poter puntare anche su Express: è un autobus che fa la stessa linea di un altro classico ma con meno fermate. Ad esempio: parto da San Michele e la prima fermata la faccio in piazza d'Armi».
Però il presente non prevede un servizio notturno.
«Ho detto al sindaco Zedda che il servizio notturno non è una questione di coraggio ma di sicurezza non solo per gli autisti, ma anche dei passeggeri. Agli inizi del 2000 abbiamo cancellato le corse notturne, a parte che le prendevano in tre per notte, i viaggiatori avevano paura. Aggressioni, bottigliate. La gente che tornava dal Poetto non era di rientro da una bevuta di gassosa. La mia proposta è molto semplice, noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano a gestire la situazione: la polizia. In altre città viene fatto. La vigilanza privata non viene percepita come la polizia. A bordo non funziona. L'autista è costretto a intervenire e io non posso permetterlo. Non è una questione economica. Per il contest rock dell'Unione di piazza dei Centomila quest'anno abbiamo attivato il servizio: su 1200 persone hanno pagato in 26».
I problemi di violenze ci sono anche di giorno.
«Da quando abbiamo la videosorveglianza il vandalismo si è ridotto tra il 60-70 per cento. Più che sui mezzi siamo molto più bersagliati a terra. Abbiamo dovuto togliere le due fermate davanti al Carrefour di Quartucciu, tolto un'altra in via Danimarca a Quartu Pitz'e Serra. Sempre a Quartu Sant'Elena via il Ctm point di via Brigata Sassari. A Quartu il Comune l'ha eliminato perché era stato distrutto. In passato tutto questo ci costava non meno di centomila euro all'anno di danni. Ora forse siamo scesi fra i 35 e 40 mila euro».
Il prossimo Bilancio?
«Sarà positivo malgrado la tribolazione degli ultimi mesi. Lottiamo, il delta carburante è uno scherzetto da un milione duecento mila euro».
E quello personale?
«Mi piace il mio lavoro, guido Ctm da 13 anni, un anno dopo il mio arrivo ci siamo trasformati in Spa. Da 12 anni quindi non costo alla città. Oggi ho rapporti ottimi con il sindacato. Certo ci sono gli scontri dialettici di sempre, io non sono tenero. Nessuno mi ha mai imposto niente».
Francesco Abate