Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Sant'Elia rischia di crollare»

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012

Il dossier dell'ingegnere della società, Mario Marongiu, è stato inviato al sindaco Massimo Zedda

Relazione choc del Cagliari calcio: la struttura è vicina al collasso

L'armatura del calcestruzzo potrebbe essere irrimediabilmente corrosa, le precauzioni e la progettazione degli anni Sessanta erano ben diverse dagli standard attuali, in più la vicinanza al mare e la mancanza di contromisure adeguate hanno fatto il resto: il Sant'Elia rischia di «collassare» su se stesso anche se questo rischio «non appare imminente». Ma le sue condizioni si concilierebbero difficilmente con una ristrutturazione che preveda un recupero massiccio delle strutture esistenti e delle fondamenta. Mario Marongiu, ingegnere e consigliere d'amministrazione del Cagliari calcio, lo dice chiaramente nella relazione di trentatré pagine inviata al sindaco.
IL CALCESTRUZZO Il documento analizza in maniera tecnica e approfondita l'impianto, progettato nel 1965. E spiega come il calcestruzzo usato ormai non sia più adatto: «Per lo stadio Sant'Elia, se dovesse essere replicato al giorno d'oggi, si dovrebbe usare un calcestruzzo classe XS1 e cioè un calcestruzzo per strutture prossime alla costa esposte a nebbia salina ma non in contatto diretto con l'acqua di mare».
I COPRIFERRI Un materiale con alta resistenza e con copriferri (cioè la distanza tra l'armatura e il calcestruzzo) «non inferiori ai 4,5 centimetri». Invece l'impianto ha «un calcestruzzo molto scadente» e con «copriferro tra 1 e 2 centimetri». Questo perché 47 anni fa le norme erano completamente diverse da quelle attuali.
ADEGUAMENTO SISMICO Non è finita, perché le leggi in vigore prevedono che questo tipo di impianti siano «assoggettati a verifica sismica». Invece il Sant'Elia «non è stato certamente progettato per una verifica di resistenza sismica perché si compone di sistemi strutturali tra loro indipendenti che non garantiscono rigidezza e resistenza», scrive Marongiu. La costruzione poi «scarica il suo peso su pali di fondazione originariamente progettati per resistere a soli carichi verticali in quanto all'epoca non veniva operato alcun calcolo sismico».
STADIO CONDANNATO Il consigliere d'amministrazione del Cagliari calcio è netto: «È parere del sottoscritto che lo stadio sia fortemente invecchiato dopo oltre 40 anni di onorato servizio, e che allo stato attuale sia praticamente “condannato”». Del resto, già «prima dell'inizio della stagione 2002-2003 la Lega calcio aveva deciso di non dare l'agibilità».
IL VERBALE DI CONSEGNA La colpa è certamente anche della scarsa manutenzione. È su questo punto che Massimo Zedda e Massimo Cellino si sono scontrati più volte: secondo il sindaco il Cagliari non avrebbe rispettato molti articoli della convenzione firmata nel 2003. In questo caso però Marongiu svela un dettaglio che rischia di essere decisivo: «La convenzione stipulata a suo tempo prevedeva la clausola tra amministrazione comunale e gestore per la manutenzione ordinaria e straordinaria previa “formale consegna” dello stesso impianto». Spiega Marongiu: «Della formale consegna a misura di legge, e cioè consegna di una struttura che rispetta tutte le norme di sicurezza, non si hanno documenti». Un aspetto che potrebbe portare nuovi colpi di scena. ( m.r. )

 

L'opinione
Nuova perizia
per l'impianto
della vergogna
di Michele Ruffi
Trentatré pagine per demolire il Sant'Elia. Il dossier di Mario Marongiu è una mazzata definitiva all'immagine dell'impianto, e non solo: lo stadio viene esaminato centimetro per centimetro, dalle fondamenta alla copertura della tribuna centrale. E il responso è inequivocabile: la struttura rischia di crollare, e guai a pensare di ristrutturarla, come vorrebbe fare il Comune. Si tratta di un impianto progettato quasi cinquanta anni fa, i metodi di costruzione e le norme erano ben diverse da quelle di oggi.
Questo dice la relazione di Marongiu, che è un consigliere d'amministrazione della società rossoblù e ingegnere: un passaggio ai raggi X che, seppur di parte, non può non far riflettere. Che lo stadio sia in condizioni preoccupanti, poi, è sotto gli occhi di tutti e non c'è certo bisogno di perizie giurate.
Perché il Cagliari insiste tanto nel sottolineare le pessime condizioni del Sant'Elia? Massimo Cellino è prima di tutto un imprenditore. E sbattere in faccia all'amministrazione comunale tutte le crepe e i punti deboli di un impianto che è iscritto a bilancio per un valore di circa 50 milioni di euro, ha come obiettivo anche quello di lanciare qualche ombra su questa valutazione. Di più: la società di viale La Plaia sostiene che la quotazione del Sant'Elia sia prossima allo zero.
Il Comune risponderà nei prossimi giorni con un concorso di idee per la riqualificazione dell'impianto. E allora si vedrà se lo stadio può essere ristrutturato, con quali tecniche e soprattutto a quale prezzo.