Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Qui non ci sono soldi»

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012

Il direttore del Parco sono stati i vandali a manomettere le bocchette

L'impianto antincendio sarà in funzione fra 7 giorni
Si poteva evitare un disastro come quello di sabato pomeriggio? Intanto, c'è la conta - provvisoria - dei danni: 6 ettari di Molentargius sono stati divorati dal fuoco. L'ente Parco preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno: «Trecento ettari di garzaia sono stati salvati». Una fetta nevralgica tra i 1600 ettari che compongono l'oasi lagunare. «L'habitat è salvo e i danni contenuti», assicura Marco Loddo, direttore (facente funzioni) dell'ente. Per tirare somme certe si dovranno attendere i rilievi di questa mattina. Ma è lecito un interrogativo: si poteva evitare tutto questo?
L'area è più volte finita nel mirino degli incendiari. Un obiettivo facile. Di chi è la responsabilità? Gli impianti antincendio - realizzati circa sei anni fa - non hanno funzionato. «Non per scarsa manutenzione», chiarisce Loddo, «la colpa è dei vandali che hanno messo le bocchette fuori uso». Ma Ignazio Tolu, assessore provinciale all'Ambiente non ci sta: «Era compito di chi gestisce il Parco assicurarsi che fosse efficiente».
La replica dell'ente Parco: «Quindici giorni fa abbiamo fatto una prova per assicurarci che l'impianto funzionasse», racconta Loddo, «l'esito è stato negativo ma abbiamo avvisato la Protezione civile e i Vigili del fuoco», si difende il direttore. Spontaneo domandarsi perché non si sia intervenuti prima. «Non è stato possibile ripristinare l'impianto antincendio per mancanza di fondi», rende noto l'ente. E Loddo precisa: «Abbiamo richiesto i preventivi e individuato l'operatore economico, la settimana prossima l'impianto sarà o di nuovo efficiente».
Intanto 6 ettari dell'area lagunare non ci sono più. Ma se il sistema antifuoco avesse funzionato si sarebbe potuto evitare un incendio così vasto? Secondo Loddo no: «La Protezione civile ha utilizzato l'acqua del depuratore, peraltro vicinissimo all'area colpita dalle fiamme».
Che sia vandalismo, negligenza o una non perfetta campagna di prevenzione, ora ha poca importanza. Si ripete la storia: nel 2005 oltre tre ettari vennero mangiati dalle fiamme; due anni fa il fuoco portò via due ettari di canneto. Ma sono solo alcuni di una lunga serie. E ora questi nuovi sei ettari. Quella di ieri è una ferita che non potrà rimarginarsi e che si riaprirà quando nuove nuvole di fumo grigio avvolgeranno il Parco.
Il Poetto, l'anfiteatro, lo stadio, ora il parco. Non è un bel periodo per i simboli della città.
Sara Marci