Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E i gestori dei chioschi gridano al complotto

Fonte: L'Unione Sarda
15 giugno 2012

Gli imprenditori: «Qualcuno ha sparso l'amianto per annientarci»
 

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Parlano di complotto, e lo fanno senza molti giri di parole. Arrabbiati e delusi, i titolari dei chioschi del Poetto, quelli che si affacciano dalla Quarta fermata fino all'ospedale Marino, si ribellano all'idea di dover chiudere nuovamente i locali, sia pure per 10 giorni, per consentire la pulizia della spiaggia dopo la scoperta di pezzi di eternit. «Non ci credo», spiega Anna Frongia del “Nilo”. «Lavoriamo qua dal 1986, ho visto la sabbia del Poetto rimestata più di una volta, con il ripascimento, con le macchine del Comune che garantiscono la pulizia. Mai una volta è affiorato l'amianto. Quei pezzi di eternit sono stati messi lì adesso, da qualcuno». Proprio ora che la spiaggia è tornata ad assumere un aspetto “normale”, con la riapertura di quasi tutti i chioschi, «ci arriva un'altra mazzata», dice ancora Anna Frongia.
«È assurdo, l'unica persona che sostiene le nostre ragioni è il sindaco Zedda, lui capisce cosa significa chiudere adesso». L'ipotesi del “complotto” è abbastanza diffusa tra i titolari dei chioschetti. «Sembra che ci sia un progetto per annientare il Poetto e i commercianti che ci lavorano», tuona Monica Biancu, titolare della gelateria “La Quinta”. «Tiriamo avanti per mesi aspettando l'inizio della stagione estiva per lavorare, e ora ci raccontano che la spiaggia è contaminata e dunque va chiusa. Una follia». Gigi Lampis, titolare de “La Dolce Vita”, di fronte all'ospedale Marino, sottolinea che «in tutta questa storia qualcosa non quadra. Quando abbiamo demolito i vecchi chioschi, per la ricostruzione abbiamo presentato un documento che certificava la bonifica del terreno. Se l'amianto fosse stato già lì, perché non l'avremmo dovuto trovare in quella circostanza?».
Mauro Madeddu