Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Vertice per lo sgombero dei rom

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 giugno 2012

PREFETTURA

 

IL CAMPO Fogne a cielo aperto

SULLA 554 Oggi verrà deciso il piano d’azione per gestire il trasferimento degli abitanti dall’area altamente inquinata

Se al Poetto l’emergenza ambientale è tutta da dimostrare, nel campo rom sulla 554 è confermata dalle risultanze dell’inchiesta della Procura e dai controlli effettuati dai carabinieri del Noe. L’ultimatum per lo sgombero delle quasi trenta famiglie, il 2 luglio, si avvicina, e oggi tutte le operazioni che dovranno essere messe in campo per il trasferimento degli ospiti saranno decise oggi in un vertice in Prefettura allargato all’assesso - re alla Sanità Simona De Francisci e al direttore generale della Asl Emilio Simeone. Si siederanno con i componenti del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza (prefetto, sindaco, questore e rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio) per approntare la strategia necessaria per rendere il meno doloroso possibile lo sgombero, ordinato il 6 giugno da Massimo Zedda, sulla base dl sequestro preventivo firmato il 31 maggio in tribunale. «Non è un’aera adatta ad ospitare degli esseri umani», si legge nel documento sottoscritto dal gip. E adesso sui nomadi bisogna prendere delle decisioni. A disposizione c’era - no 537mila euro, stanziati dalla Regione per il recupero dell’area. Soldi vincolati a questa finalità, che potranno essere destinati a un altro scopo solo con un disegno di legge (che dovrebbe essere approvato in consiglio regionale) o una delibera della Giunta di Villa Devoto. Solo attraverso questi due strumenti sarà possibile finanziare il trasferimento: i fondi sono vincolati, non potrebbero essere spesi per altro. E se esiste la possibilità di ospitare i rom in appartamenti, grazie alla collaborazione della Caritas, resta comunque la reticenza dei nomadi a farsi “rinchiudere ”, come ha detto qualcuno di loro. Dal campo chiedono un’altra area, e domani andranno in massa in municipio, per chiedere di essere ascoltati.