Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Mio figlio autistico a scuola senza docente di sostegno»

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2008

Pertini. Denuncia di una madre contro il provvedimento



La madre di uno studente autistico chiede che venga rispettato il diritto allo studio. Quest'anno le ore di sostegno sono state dimezzate, nonostante la legge dica il contrario, e nessuno spiega il perché.
«Voglio solo che a mio figlio venga garantito il diritto allo studio». Annunziata Marcia è la mamma di Stefano, un ragazzo cagliaritano di 21 anni autistico. Una malattia che ha bisogno di sostegno , necessario per frequentare la quinta superiore dell'istituto professionale Pertini di via Vesalio. Quest'anno scolastico è iniziato nel peggiore dei modi: per motivi che i genitori dello studente non riescono a spiegarsi, le ore di supporto sono state dimezzate, passando dalle 18 che prevede la legge a 9.
LA STORIA Stefano vive a Pirri con i genitori e una sorella che con dignità e consapevolezza si sono fatti carico della sua malattia. «Mio figlio è un ragazzo autistico con gravi disturbi comportamentali», racconta Annunziata Marcia. «Sino a sette anni non ha mai parlato, poi grazie all'impegno dell'équipe di Neuropsichiatria infantile della Clinica Macciotta la sua e la nostra vita sono cambiate. Ha iniziato a dialogare, a scrivere e ad ascoltare musica. Senza prendere neanche un farmaco». E se da un lato c'erano medici in gamba, dall'altro è mancato il supporto della scuola. «Fabrizio ha sempre avuto bisogno di aiuto, di stimoli, ma sin dalla prima elementare frequentata all'istituto Riva mi sono scontrata con mille difficoltà, che mi hanno costretto a ritirarlo da scuola: "si butta per terra, disturba e distrae la classe" si giustificava la maestra». Cinque anni d'inferno, che portano la donna a presentare una denuncia in Procura e a chiedere l'intervento dei carabinieri perché avevano, anche allora, dimezzato le ore di sostegno.
LA DENUNCIA Stefano, dopo una parentesi positiva alle scuole medie, arriva al Pertini. I genitori non abbassano mai la guardia «ma in quarta, quando frequentava in via Carpaccio, il ragazzo è diventato violento e aggressivo e sono stata costretta ancora un volta a ritirarlo da scuola. A casa, il cambiamento radicale: torna come prima, sereno e felice. Decidiamo così di iscriverlo nuovamente alle professionali, ma nella sede di via Vesalio. Compagni nuovi e docenti preparati hanno fatto tornare il sorriso sul volto di mio figlio». Tutto troppo bello. «Quest'anno la sorpresa amara è arrivata il primo giorno di scuola, quando abbiamo scoperto che le ore di sostegno erano state dimezzate e che Stefano si limitava all'ascolto, niente di più. Ho tentato in tutti i modi di avere chiarimenti dalle autorità scolastiche, ma niente. Nessuno si è degnato di darmi risposte e mio figlio lentamente sta precipitando nel baratro».
L'INGIUSTIZIA Annunziata Marcia di alzare bandiera bianca per quella che giudica un'ingiustizia non ne vuole sapere. A nulla sono servite le richieste d'incontro con i dirigenti scolastici provinciali. Per abbattere il muro d'indifferenza ha dato un mandato a un avvocato e annuncia ricorsi al Tar.
ANDREA ARTIZZU

14/10/2008