Chi era
La storia di questo tragico errore giudiziario comincia il 23 dicembre 1985, quando una rapina al Bevimarket di via dei Donoratico finisce nel sangue: i banditi sparano alcuni colpi di pistola al titolare e fuggono.
Aldo Scardella viene arrestato sei giorni dopo dalla polizia, imbeccata da un confidente: non ha un alibi, qualche giorno prima era entrato nel negozio senza comprare niente e il passamontagna usato da uno dei rapinatori è stato trovato vicino a casa sua.
Resta in carcere, sottoposto al regime dell'isolamento, trasferito a Oristano e riportato a Cagliari, fino al 2 luglio 1986, quando (dopo 185 giorni di detenzione e soltanto quattro colloqui) viene trovato impiccato in cella accanto a un biglietto: «Muoio innocente». Nel suo sangue vengono trovate tracce di metadone, ma in nessun documento risulta che fosse sottoposto a terapia. È stato davvero suicidio?
Dieci anni più tardi Antonio Fanni, che dopo essere stato ai vertici della banda di Is Mirrionis è diventato collaborare di giustizia, racconta ai magistrati di aver fornito lui le armi per quella rapina, e dice anche a chi: Walter Camba e Adriano Peddio, entrambi condannati a 20 anni con sentenza confermata in Cassazione. (m. n.)
14/10/2008