Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Caserme e palazzi in cambio dell’area punica

Fonte: La Nuova Sardegna
13 ottobre 2008

SABATO, 11 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Forse è arrivata alla conclusione la fase dello scontro giudiziario pubblico-privato


Formalizzata dalla Regione un’offerta «indicativa» a Nuova Iniziative Coimpresa



Nel pacchetto offerto da Soru l’Enalc hotel e la vecchia Ederle

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Dopo la mediazione romana del ministro dei beni culturali Sandro Bondi la Regione ha deciso di scendere a patti con Nuova Iniziative Coimpresa: l’annunciatissima proposta di scambiare le aree di Tuvixeddu con immobili ex militari e pubblici è stata finalmente formalizzata in una lettera indirizzata ai vertici del gruppo privato e recapitata l’altro ieri. L’amministrazione Soru ha precisato che si tratta di un’offerta indicativa, di certo è un’offerta scritta che i costruttori Gualtiero e Giuseppe Cualbu valuteranno sotto una luce diversa: finora erano state solo parole, stavolta c’è un atto concreto su cui ragionare. Ma vediamo nei dettagli com’è articolato il pacchetto di immobili individuato da Renato Soru e dai suoi collaboratori come possibile permuta e compenso per l’addio al progetto di edificazione del colle punico.
Ci sono gli edifici dell’ex Ersat in viale Monastir, l’area militare frontemare che si trova fra viale Colombo e Su Siccu, l’ex quadrilatero di caserme Ederle a Calamosca e l’ex Enalc hotel, oggi sede dell’assessorato regionale al lavoro. A questi edifici la Regione aggiungerebbe un conguaglio di quindici milioni di euro, destinato a coprire la differenza di valore presunta fra i due compendi e i costi affrontati finora dal gruppo Cualbu nell’arco di quasi vent’anni, fino alla fase di realizzazione del progetto entrata nel vivo quest’anno e più volte bloccata dalle iniziative di contrasto giudiziario avviate dalla Regione. La lettera con l’offerta è arrivata soltanto l’altro ieri agli uffici di Coimpresa ed è attualmente all’esame degli imprenditori e dei loro consulenti. Di certo rappresenta il primo reale tentativo messo in atto da Soru di chiudere il fronte giudiziario - c’è un nuovo ricorso al Consiglio di Stato in fase di elaborazione da parte dei legali - e di aprire un canale di comunicazione con la controparte privata. Al di là dei contenuti e della validità della proposta l’iniziativa segna un punto di svolta nei rapporti tra l’amministrazione regionale e l’imprenditore, forse anche il punto di partenza per una soluzione condivisa del caso Tuvixeddu. E’ curioso osservare come le due parti in causa siano state costrette a dialogare, spinte da fattori opposti ed entrambe in posizione di forza e di debolezza contemporaneamente. La Regione ha avuto ed ha dalla sua il potenziale di autorità istituzionale per governare il sito di Tuvixeddu come bene culturale pubblico ma ha perso il confronto giudiziario in ogni sede e in ogni grado di giudizio. Nuova Iniziative Coimpresa ha in mano il diritto di proprietà sull’area, una sequenza ininterrotta di sentenze favorevoli e l’appoggio del comune di Cagliari, ma si trova davanti a un’onda di dissenso sollevata dalla stessa Regione e prima ancora da intellettuali, ecologisti e parte dell’informazione che negli ultimi mesi ha trovato una sponda forte nella direzione regionale dei beni culturali e in una delle due sovrintendenze. Chiaro che in una situazione così complessa la via dell’accordo sollecitata dal ministro sia la più ragionevole per entrambi: Tuvixeddu è ormai un caso nazionale, Italia Nostra la inserito l’area della necropoli punica cagliaritana fra i siti minacciati dalla distruzione. Come dire: i tempi sembrano maturi perchè siano rispettate le due esigenze contrapposte, quella dei cittadini che non intendono perdere un bene culturale di immenso valore e l’altra, altrettanto legittima, dell’impresa privata che ha investito sull’area dei colli ed è stata autorizzata a costruirvi dopo aver ceduto la gran parte della superficie. Ora si tratta di capire se il negoziato aperto con la lettera ufficiale della Regione e con la risposta del gruppo Cualbu - di cui riferiamo nell’altro servizio - resterà a uno stadio embrionale o andrà avanti su tempi tecnici ragionevoli. Bondi ha dettato tempi rapidi, Soru ha fretta di chiudere in vista delle elezioni regionali del 2009, il solo che potrebbe non avere premura di arrivare alla firma di un accordo è Gualtiero Cualbu, forte di un diritto passato indenne attraverso cinque recentissimi giudizi amministrativi. Resta poi in piedi l’iniziativa della Regione lanciata in sede di comitato di vigilanza sull’accordo di programma del 1999: un sondaggio geodiagnostico del territorio dei colli, un lavoro mai fatto finora che potrebb e riservare clamorose sorprese.