Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Luci e ombre sulla trattativa per salvare Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
13 ottobre 2008

DOMENICA, 12 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari



Costa (Cgil): «Era ora». Milia: «Si poteva fare prima» Deliperi: «Colpe da chiarire». Uras: «Scelta sospetta»



Immobili e aree in cambio dell’addio al piano edilizio della Coimpresa

CAGLIARI. «Era ora, finalmente ha prevalso il buon senso»: è il commento di Enzo Costa, segretario generale della Cgil, alla notizia di un’ipotesi di accordo fra la Regione e Nuova Iniziative Coimpresa su Tuvixeddu. L’amministrazione Soru ha offerto al costruttore Gualtiero Cualbu un pacchetto di immobili e aree («troppo poco ma ascoltiamo» ha risposto l’imprenditore, che però si dichiara «ormai obbligato a vendere») come proposta indicativa. Ma già la scambio di lettere, primi atti ufficiali di un negoziato ancora da sviluppare, rappresentano un passo avanti in direzione del dialogo. Costa conferma: «Ci sono due esigenze da salvaguardare, quella del bene collettivo rappresentato dalla necropoli e quello, altrettanto legittimo, del privato. Credo che un sistema per rispettare le ragioni di entrambi si possa trovare ed è positivo che la Regione si muova finalmente verso questo obbiettivo». L’interrogativo sull’esito del confronto resta: «Mi auguro che sia davvero questa la soluzione - avverte Costa - e che il sito di Tuvixeddu possa essere valorizzato. Oggi la necropoli punico-romana è un sito culturale indicato in ogni cartina turistica, ma quando i turisti lo raggiungono trovano solo un’area recintata».
Graziano Milia, presidente della Provincia, è stato fra i primi amministratori pubblici a suggerire la via del negoziato economico per risolvere la controversia nata sul futuro dell’area punica: «Oggi è superfluo che mi ripeta - spiega - l’amarezza nasce dal fatto che questa vicenda si poteva chiudere già diversi anni fa, impostando un ragionamento serio e responsabile con il costruttore, invece si è perso molto tempo». Il capo dell’esecutivo provinciale sembra avere qualche dubbio sulla convenienza dell’operazione per l’ente pubblico: «Mi pare che si stia rinunciando ad alcuni immobili e ad alcune aree di notevole pregio sulle quali si sarebbe potuta ripensare la città - è la sua osservazione - ma se alla base di questa ipotesi, che non sappiamo se il privato accetterà, esiste un’idea valida per restituire alla città un patrimonio come quello di Tuvixeddu allora ben venga lo scambio. Sempre, lo ripeto, che l’idea ci sia davvero».
In linea con la scelta, da molti considerata tardiva, della Regione di trattare col privato è Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico: «Finalmente l’ammministrazione regionale, per missiva del presidente Renato Soru, ha fatto una prima formale ed indicativa proposta concreta di permuta alla società Nuova Iniziative Compresa del Gruppo Cualbu - è scritto in una nota diffusa ieri - quest’ultima non concorda ma si dichiara disponibile, quasi obbligata, ad accettarne una più allettante. Non può che far piacere, visto che lo sosteniamo da quasi tre anni. Rimaniamo dell’idea che la strada da percorrere per un grande parco archeologico-ambientale per Tuvixeddu sia fatta da un mix virtuoso di provvedimenti di vincolo, trattative, acquisizioni bonarie, espropri, indennizzi. L’individuazione di Tuvixeddu quale monumento nazionale può risolvere definitivamente la lunga querelle. Infatti, com’era prevedibile - prosegue la nota - la lunga processione di dirigenti ed assessori comunali, presidente della Regione e assessore alla cultura, soprintendenti, sindaco di Cagliari dal ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi non poteva concludersi se non con una benedizione e la raccomandazione di ritrovarsi in letizia ad accordarsi con le Imprese immobiliari per il futuro di Tuvixeddu. E il consiglio regionale, in più, decide di istituire una commissione di inchiesta su Tuvixeddu. Auspichiamo che si occupi delle vicende del colle almeno a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso. Ci sarebbe molto da raccontare, parecchio da chiarire e varie responsabilità almeno morali da evidenziare. Tuttavia, sia l’una che l’altra vicenda potranno influire ben poco sulle sorti dell’area archeologica sepolcrale punico-romana più importante del Mediterraneo».
Forti riserve sull’operazione in corso sono state espresse invece dal consigliere regionale Luciano Uras, di Rifondazione comunista: «Per salvare una tra le più rilevanti testimonianze storico-archeologiche del Mediterraneo - scrive Uras - da un’imponente colata di cemento, di fatto si pensa di utilizzare l’istituto della compensazione a carico non solo del bilancio pubblico ma anche dello sviluppo urbanistico di Cagliari. Questo modo di procedere non ci è chiaro - scrive ancora Uras - rispetto a un interesse pubblico che nell’ordinamento è sempre prevalente, quando e come possa essere compensato l’interesse privato contrastante dovrebbe essere definito in modo inequivocabile dalle norme di legge. Nello specifico quale sia il modo migliore per tutelare attraverso la legge un patrimonio culturale che l’Unesco probabilmente dichiarerà di valore universale ci pareva definitivamente risolto attraverso una rigorosa applicazione delle disposizioni nazionali e regionali di difesa dei beni paesaggistici e culturali. Invece sembra non sia così - va avanti Uras - e alla vigilia dell’avvio della commissione di inchiesta su Tuvixeddu questa proposta, le procedure e i relativi esiti della trattativa di compensazione rischiano di essere fraintesi o maliziosamente interpretati come una frettolosa ritirata dell’amministrazione dal terreno del conflitto». (m.l)