Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, tempi supplementari dell'estate

Fonte: L'Unione Sarda
13 ottobre 2008

A farla da padroni sono i pensionati: «Acqua fredda? Nuoto fino a dicembre»

La spiaggia frequentata dalla schiera degli irriducibili

Pensionati, surfisti, popolo della pausa pranzo: così, se splende il sole, la spiaggia continua a essere frequantata anche in autunno.
L'autunno? Non pervenuto. Al Poetto, il 10 ottobre è un giorno d'estate. Alla faccia dell'equinozio. Mentre a Olbia, nelle lontane terre del nord, le cronache raccontano di un nubifragio, qui, dalla prima fermata (gremita) all'ex ospedale Marino (meno frequentato), si prende il sole e si fa il bagno al mare: la Cagliarifornia è una repubblica meteorologicamente autonoma e, sulla sua spiaggia, ci sono bagnanti fin dal mattino. Di venerdì: quindi mancano i ragazzi in età scolare, a farla da padroni sono i pensionati.
Quelli vecchio stile, che al Poetto arrivano in clan e allestiscono accampamenti multifamiliari: due o più ombrelloni uniti, seggiole disposte in cerchio attorno alle vivande. Ma anche i solitari: lettori di quotidiano o devoti delle parole crociate. E, se donne, adepte della passeggiata anticellulite nell'acqua bassa, fresca ma non inavvicinabile. «Io nuoto fino a dicembre», spiega un signore sulla settantina, capelli bianchi e abbronzatura intensa; è ancora grondante e, spiega, preferisce rimanere anonimo: «Sono un appassionato del Poetto. Soprattutto fuori stagione: d'estate, qui, di sabato e domenica, non metto piede. In ottobre è meraviglioso: gli unici a non averlo capito sono gli italiani. Quando lavoravo, venivo nel fine settimana. Ora che sono in pensione, se c'è sole e non c'è vento, prendo la macchina e sono qua, alla quarta fermata, dove tanti anni fa avevo il casotto e ritrovo i vecchi amici».
Ma la spiaggia d'ottobre non è solo appannaggio della terza età. Ci sono anche, con o senza ombrellone, accomodati sulle sedie pieghevoli o sul più tradizionale telo in spugna, coppie, uomini soli e donne sole in età da lavoro (chi fuori turno, chi in giornata di riposo infrasettimanale), giovani mamme con piccoli al seguito.
Frequentatissima la spiaggia libera, ma non vanno male nemmeno gli stabilimenti, il Lido e il D'Aquila.
Dopo mezzogiorno, quando la tipica brezza termica del Poetto comincia a soffiare, qualcuno va via ma arrivano i surfisti: con vela o senza o col kite (quella sorta di aquilone cui, da una decina d'anni a questa parte, si appendono tanti appassionati della tavola), tutti rigorosamente con la muta.
Dopo l'una, arriva l'ondata delle pause pranzo: si mangia un'insalatona al tavolino in uno dei tanti chioschetti e poi ci si rilassa su una sedia sdraio. Oppure, in camicia, pantaloni e scarpe eleganti, si fa avanti e indietro sulle passerelle in legno col telefonino incollato all'orecchio e il vento fra i capelli, in attesa del caffè.
MARCO NOCE

11/10/2008