Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baristi furiosi e bagnanti preoccupati

Fonte: L'Unione Sarda
31 maggio 2012

Le opinioni sul litorale
 

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Fotogrammi: ore 12, Quarta fermata. La spiaggia è semideserta; pochi metri più avanti lo scenario non cambia. Anche nella fetta di litorale davanti alla Quinta regna la desolazione. Colpa dell'amianto?
I NOSTALGICI Giancarlo Marroccu passeggia lungo la spiaggia: «Non sapevo avessero trovato amianto in spiaggia». Non ha ancora letto il giornale. Recupera in fretta: «Purtroppo è un problema che riguarda tutta la città». E fornisce altri dettagli: «Anche tante scuole avevano strutture in eternit; una fra tutte la palestra del Dettori». E chi meglio di lui può saperlo? È stato preside dal '78 al '79. Con lui la moglie Maria Teresa Tulli: «Ben venga la bonifica, e non solo al mare». Si finisce a parlare dei casotti. Sono loro i presunti responsabili di questa nuova mazzata. Perché tra le più lontane polemiche post ripascimento, e quelle più vicine, legate ai baretti, il Poetto sembra destinato a non aver tregua. Ma nessuna condanna; parole di rimpianto, semmai: «Siamo per la politica dei vecchi casotti, almeno bloccavano la sabbia». E sui nuovi baretti: «Non sono un granché; troppa omologazione».
I PREOCCUPATI Silvia Contu è un'abituale frequentatrice della Quinta fermata. La notizia non è ancora giunta alle sue orecchie. Il tempo di spiegarle la vicenda e il tono si fa preoccupato: «Non verrò più qui». Da domani si sposterà, almeno «sino a quando la bonifica non scongiurerà ogni pericolo». Poco distante Debora Campagnola legge un libro in totale tranquillità. È un habitué del posto: «Mia nonna aveva il casotto qui», racconta. Nessuna intenzione di spostarsi; ma un po' di preoccupazione è lecita.
GLI IMPRENDITORI «Qui non ce n'è», è arrabbiata Maria Assunta Cabras, titolare - da 11 anni - del Palm Beach. Il suo baretto è nella Quarta fermata. Lavora al Poetto da 32 anni: «Prima ero al Twist», racconta. «Se ci fosse amianto ora sarei morta e sepolta». Per Carlo Canfora le priorità sono altre: «I bagni pubblici sono ancora chiusi». Eppure il cartello affisso sulla porta informa che sarebbero stati aperti il primo maggio. E «ben venga la bonifica», ma «ci sono tante cose altre cose da fare per rendere la spiaggia produttiva». È un imprenditore, e spiega il suo ragionamento.
Sara Marci