Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Le lunghe notti nel rione si riapre il dibattito sulla movida

Fonte: Sardegna Quotidiano
23 maggio 2012

Marina

 

CENTRO STORICO Orari di chiusura, schiamazzi, turismo e auto: i temi che dividono alcuni residenti dai titolari dei locali Venerdì incontro con il Comune, sabato assemblea del comitato

Vita notturna e turismo da una parte. Silenzio dopo il tramonto e serrande abbassate dall’altra. Le due visioni della Marina: la prima è di chi nel quartiere del porto ci lavora. L’altra di una parte di chi ci vive. E con lavvicinarsi dell’estate si ripropone il problema della regolamentazione della cosiddetta “movida” nel centro storico. Entrambi gli schieramenti hanno una richiesta comune: maggiore presenza di controlli da parte delle forze dell’or - dine. I residenti la vogliono per far garantire il rispetto degli orari, i gestori dei locali per evitare di essere tutti sotto accusa quando magari solo qualcuno sfora e crea il problema. Sullo sfondo del dibattito la zona a traffico limitato, e si moltiplicano i pareri favorevoli per una Marina tutta senza auto ventiquattro ore al giorno.

I GESTORI DEI LOCALI «È un quartiere di passaggio che si popola fino a tarda notte soprattutto nei weekend. C’è chi afferma che dovremmo chiudere entro le undici di sera, è improponibile», dice Stefano Pezzorgna, proprietario di una gelateria in via Dettori, «si esce dopo cena, soprattutto in estate, per questo non chiudo prima delle due». Presenza costante di vigili urbani e niente più auto in transito nel quartiere, queste le richieste di Stefania Erdas, dal Manamanà in piazza Savoia: «Gli schiamazzi notturni li fanno i ragazzini, che arrivano a ubriacarsi, ma da noi la clientela è adulta», spiega, «servono più controlli da parte dei vigili urbani. Certo che sono favorevole alla pedonalizzazione totale, la maggior parte delle auto taglia il quartiere solo per evitare di passare in via Roma ». Da anni la Marina ospita molte manifestazioni culturali, proprio in piazza Savoia. Gianni Carboni parla da dietro il bancone del bar che porta il nome della piazza: «È aperto da oltre mezzo secolo, il quartiere è cambiato. Fin dal 2000 abbiamo messo i tavolini fuori, tutto il rione senza auto sarebbe ottimo». Carboni dice la sua anche sul chiasso: «Qualcuno serve alcolici anche oltre le due del mattino e si creano assembramenti di giovani che fanno rumore. Beh, lì bisogna intervenire». Spazi liberi all’aperto sono il sogno di Antonio Dedoni, ristoratore di via Baylle: «Senza più auto in questa via, con i tavolini in strada, i turisti si fermerebbero più volentieri. Ma è necessaria maggiore pulizia». Anna Meloni, residente del quartiere, si accoda: «Siamo in città, non nel deserto, il movimento fa piacere. Chi dice che c’è rumore può mettere i doppi vetri alla finestra». In via Concezione le auto non passano più da anni, per la gioia di Ignazio Mulas, proprietario del ristorante Al Cavour: «Stiamo meglio senza auto, ma serve più pubblicità dei ristoranti del quartiere», precisa, «un cartello in via Roma, passaggio di tanti turisti, con l’elenco delle attività sarebbe l’ideale » .

I RESIDENTI E GLI INCONTRI Il portavoce dei residenti contrari al troppo rumore è Marco Marini, residente in via Dettori e presidente del comitato “Rumore, no grazie”: «Chiamiamo di continuo la polizia, la notte è un inferno. Siamo costretti a dormire con i tappi nelle orecchie», sostiene Marini, che attacca il sindaco Zedda «perché non ci ha mai voluto incontrare, si sta mettendo di traverso rispetto a noi residenti», attacca Marini, «in Marina sono troppi gli esercizi pubblici, cozzano col contesto urbano. Inoltre», conclude, «c’è gas radon nell’aria, che uccide, così come il rumore». INtanto due incontri sullo stesso tema, la Marina, si terranno in 24 ore. Il primo venerdì alle 17 al Piccolo Auditorium di piazza Dettori. “Vivere la Marina, costruiamo insieme le regole per una buona convivenza”, organizzato dal Comune. Il secondo Sabato alle 19, nel teatro Sant’Eulalia: “Dall ’azione politica all’azione penale, a tutela dei diritti negati”, organizzato da Marco Marini. Paolo Rapeanu