Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Metrò? E' fuori dalla realtà

Fonte: La Nuova Sardegna
2 maggio 2008

«Metrò? E’ fuori dalla realtà»

Graziano Milia attacca il Ctm: «Preventivi fantasiosi»





________________________________________
CAGLIARI. Più che un confronto di opinioni è diventato uno scontro di taglio politico quello fra il presidente della Provincia Graziano Milia e il presidente del Ctm, Giovanni Corona. Mentre gli animi sono ancora surriscaldati per l’ipotesi di vendita dell’area di viale Ciusa lanciata dall’azienda dei trasporti pubblici ecco che Milia rilancia sul tema centrale della metropolitana interrata, che il Ctm vorrebbe realizzare malgrado i pareri contrari dell’Università e la carenza di mezzi economici. Di undeground il presidente Milia non vuole neppure sentir parlare: contesta le cifre e le previsioni esposte da Corona al convegno appena concluso a Ingegneria, critica la superficialità del progetto: «Non sono un tecnico - attacca il capo dell’esecutivo provinciale - ma mi ha colpito non poco il fatto che il Ctm, per caldeggiare la bontà della propria idea abbia utilizzato come riferimento i progetti e le metropolitane di alcune città, piuttosto che di altre, magari quelle che per identico dimensionamento demografico o connotato urbanistico hanno scartato l’ipotesi di una metropolitana sotterranea». Milia fa esempi: «Penso a Montpellier, Toulouse, la stessa Strasburgo. E’ chiaro che a seconda di dove si vuole andare a parare si utilizzano alcuni dati e riferimenti, piuttosto che che altri molto meno confortanti».
Il problema restano i costi: «Riguardo ai preventivi del Ctm i dubbi sono molto forti - va avanti Milia - basti basti pensare che i costi stimati a chilometro dal Ctm risultano la metà, se non in alcuni casi un terzo, del costo che mediamente, alla fine, la grande parte delle metropolitane europee ha dovuto sopportare. Insomma, sembra quasi che si voglia addolcire la pillola e accattivarsi il gradimento su questo progetto, dipingendolo come sopportabile dal punto di vista economico». Ma per Milia non lo è: «Lo sarebbe solo se i soldi piovessero dal cielo - taglia corto il presidente - in realtà, come dovrebbe ben sapere l’ingegner Corona, non esiste un solo progetto realizzato al mondo che sia arrivato a costare quello che si era inizialmente preventivato. Mediamente l’incremento è stato del 25%, per arrivare a punte del 50%. Insomma, il costo progettuale di metropolitana del Ctm mi pare francamente sottostimato».
Giocando sulle parole Milia si dichiara spaventato «da tutto quello che è sotterraneo, che non è alla luce del sole». E si chiede: «Non sarà finalmente il caso, una volta tanto, di attivare un processo di partecipazione dal basso, di chiedere un pronunciamento alla città? Vorrei ricordare a coloro che pensano che Cagliari possa diventare l’ombelico del mondo, che pensano quindi che certi progetti siano necessari, che prima di tutto bisognerebbe limitare gli effetti devastanti di una ambizione smodata, gigantisimi fuori dalla realtà e dalle nostre tasche, un’ambizione che spesso si trasforma nell’arroganza che non accetta obiezioni. Suggerisco di andare a vedere cosa è successo in quelle città italiane (Brescia e Parma in primis) in cui si è deciso di calare sulla testa dei cittadini la decisione di una bella metropolitana sotterranea. Sono spuntati fuori come funghi i referendum e i comitati anti-metro si sprecano. Ho qualche sospetto che accadrebbe anche dalle nostre parti». Il richiamo è chiaro: «Sarebbe bello che ogni tanto tornassimo coi piedi per terra - consiglia Milia - che la smettessimo di vendere fumo, di fare comunicazione fine a se stessa e per i propri limitati interessi professionali, di casta o casato. E sarebbe altrettanto utile evitare di propalare frasi vuote e pretenziose, dal linguaggio pomposo, per giustificare progetti faraonici che non si reggono in piedi e che mirano in verità soltanto a lusingare il prossimo per acquisirne a buon prezzo il consenso. In tal senso mi appassionerebbe molto di più un bel progetto di pedonalizzazione della città, di piste ciclabili, di car sharing. Queste sono le cose utili ed è su queste che lavorano da anni le grandi città europee. Qui non si vedono altro che progetti di edilizia, milioi di euro da spendere per scavare, costruire e soprattutto far lavorare le imprese private, i grandi costruttori». (m.l)