Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Miglio, sì alla moschea: una risposta spetta allo Stato

Fonte: Sardegna Quotidiano
15 maggio 2012

 Immigrati

 

CHIESA L’arcivescovo alla presentazione dell’incontro tra Caritas del Mediterraneo, in cui si parlerà di immigrazione: «Contenti quando una persona vuole pregare». Sbarchi, basta emergenze

«La Chiesa non può che essere contenta quando una persona vuole pregare». Affronta anche il tema degli spazi per la comunità musulmana a Cagliari il neo arcivescovo Arrigo Miglio, durante la sua prima uscita pubblica, e sulla Moschea, non chiude la porta. L’occasione è offerta dalla presentazione dell’incontro tra le Caritas del Mediterraneo sul tema della migrazione “MigraMed ”, che si terrà in città da domani a venerdì. Durante il suo intervento Miglio ha sottolineato l’importanza di un diverso approccio nell’accoglienza dei migranti. «Non si può continuare a seguire la logica dell’emergenza legata agli sbarchi», ha detto, «l’inte - grazione non è un optional ma deve diventare una costante, un elemento costitutivo della nostra società». Poi, sulle richieste dei musulmani, ora costretti a pregare in mezzo alle auto parcheggiate in via Collegio, che vogliono uno spazio in città, l’arcive - scovo ha specificato che «spetta allo Stato rispondere alle esigenze delle comunità religiose, nell’ambito della legalità e con tutti i controlli necessari per la tranquillità dei cittadini». In particolare, spiega Miglio, il ruolo della Chiesa non può essere troppo invasivo: «Non sempre queste comunità gradiscono un nostro intervento diretto», dice. In ogni caso, l’arcive - scovo ricorda le possibilità offerte dall’Italia di fronte alle grandi difficoltà sofferte dai cristiani in altre parti del mondo. «I loro rappresentanti si devono attivare con le istituzioni », precisa l’arcivescovo, «dialogare con loro è molto importante». Anche don Marco Lai, direttore della Caritas cittadina, sottolinea la necessità di un intervento dello Stato. «l diritto di culto è un diritto fondamentale. Spesso non viene fatto abbastanza per garantirlo e offrire condizioni adeguate alle diverse comunità », dice don Lai, ricordando l’ospitalità data dalla diocesi alle comunità ortodosse cagliaritane. «Oggi, la Sardegna può diventare un laboratorio di civiltà», spiega don Lai chiarendo il motivo per cui l’Isola è stata scelta come sede della terza edizione di “MigraMed ” dopo i primi due incontri in Sicilia: «Siamo abbastanza distanti dall’emergenza degli sbarchi, ma viviamo un fenomeno migratorio “di riflesso” ospitando 38mila immigrati e oltre 500 richiedenti asilo provenienti dalla Libia». L’obiettivo del meeting è cogliere l’occasione offerta dalle crisi politica ed economica che hanno colpito Nordafrica ed Europa per trovare nuove strade di dialogo e convivenza. Agli incontri, che si terranno al College Sant’Efisio di via Cogoni, parteciperanno studiosi di diversi campi e i rappresentanti delle Caritas europee e nordafricane. Durante la tre giorni, si parlerà delle esperienze di incontro e delle prospettive sociali ma anche dei profili giuridici del fenomeno migratorio e verrà presentato “Il caso della Caritas di Cagliari“, una ricerca sui Centri di identificazione ed espulsione a cura di due studiose cagliaritane Carmela Zedda e Laura Tronu. «Ospitare MigraMed sarà un onore per la diocesi», sottolinea Miglio, «ma sarà anche un’occasione per rendere capillare l’interesse su un tema, quello della convivenza con lo straniero, fondamentale nella realtà sociale odierna ». Michele Salis

VIA DEL COLLEGIO PARTE LA PEDONALIZZAZIONE

Musulmani in preghiera il venerdì, auto in sosta, una scuola: troppi disagi in via del Collegio, strada della Marina che ospitra la piccola moschea. Così il Comune ha deciso di sperimentare la pedonalizzazione integrale: da oggi saranno vietati transito e sosta nel tratto compreso tra la via Principe Amedeo e l’accesso al parcheggio privato in vico Collegio.

SUL LAVORO «A questa terra servono crescita e occupazione»

È tornato in Sardegna da meno di un mese, ma monsignor Arrigo Miglio ha già un quadro della situazione di sofferenza che colpisce l’Isola. “È un momento molto difficile», dice, «ho già avuto occasione di vedere quanto questa terra abbia bisogno di lavoro e di crescita». L’arcivescovo conosce bene la realtà sarda, da lui vissuta negli anni Novanta, quando è stato vescovo di Iglesias. Miglio, inoltre, ha sempre affrontato i temi del lavoro a partire dal sostegno dato ai minatori della Carbosulcis nel 1992, fino agli incontri con gli operai della Olivetti a Ivrea, città della quale è stato vescovo dal 1999 fino all’inizio del suo mandato a Cagliari. Per la sua attenzione per questo particolare aspetto della società, il prelato piemontese è stato soprannominato “il vescovo del lavoro”, un appellativo che liquida con una battuta: «Forse sarebbe più appropriato “del non lavoro“», scherza, poi torna serio: «Vorrei essere un “vescovo del lavoro” nel senso che vorrei fare tutto ciò che è possibile e collaborare con quei soggetti, istituzionali o meno, che possono contribuire a far aumentare le occasioni di lavoro per questa terra». Miglio punta l’attenzione sulla necessità di pensare alla crescita e di arrivare ad una nuova visione sociale. Anche durante il suo insediamento, l’arcivescovo aveva parlato del tema del lavoro, sottolineando l’importan - za di un nuovo approccio per poter riuscire a battere una crisi da lui definita non solo economica ma culturale. Miglio, ieri ha accennato anche alle possibilità offerte dal momento di crisi per ritrovare la centralità dell’Isola nell’area mediterranea: «La Sardegna è un centro non solo geografico del mondo Mediterraneo», sostiene l’arcivescovo, «ora ha l’occasione di diventare anche un centro culturale e di dialogo tra le sponde del Nordafrica e l’Europa». In chiusura, l’arci - vescovo ha sottolineato l’importanza dell’opera della Chiesa e della Caritas per la comunità cagliaritana: «Ho trovato in città una Caritas molto vivace e attiva, e una Chiesa pronta a lavorare in spirito di collaborazione collegiale, ma soprattutto», ha concluso Miglio riferendosi alle divisioni del passato nel capoluogo, «in unità». M.S.