Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sfratto agli abusivi, un intero quartiere si ribella

Fonte: La Nuova Sardegna
10 ottobre 2008

VENERDÌ, 10 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Padre, madre e bimbo dovevano lasciare l’abitazione di piazza Medaglia Miracolosa



Ore di trattative, agenti e vigili hanno evitato di ricorrere alla forza, il problema resta




CAGLIARI. L’assistente sociale si è presentata nell’appartamento popolare di piazza Medaglia Miracolosa assieme ai vigili urbani: padre, madre e bambino dovevano lasciare la casa occupata abusivamente. Non avevano dove andare? Non si poteva fare altro: così aveva disposto il Comune con lo sfratto esecutivo dell’abitazione. Il quartiere si è ribellato, la famiglia è rimasta.
L’assistente sociale ha bussato al portone intorno alle 9.30. Sapeva che il bambino non ci sarebbe stato perché l’avevano già portato all’asilo. In casa c’erano madre e padre. Quando ha sentito chi era e perché bussava, la donna non ha aperto. La trattativa è durata per un po’, la donna ha cercato di opporsi allo sfratto con ogni argomento. Non mancava nulla nella sua vita: disoccupazione, malattie, zero famiglia alle spalle. Il Comune aveva deciso per lo sfratto e quindi se ne dovevano andare. Dove avrebbe dormito il bambino quella notte? dove lo avrebbero portato una volta uscito dalla scuola? Non c’erano risposte a quelle domande, mentre di sotto la folla cresceva. Nella piazza si era formata una specie di catena umana che aveva accerchiato la macchina dei vigili urbani e aggiungeva argomenti a quelli della povera famiglia. I vigili avevano un ordine da eseguire, probabilmente capivano benissimo che marito e moglie avrebbero dovuto dormire all’aperto una volta andati via da quella casa, ma cosa potevano fare? Sono arrivati i rinforzi: gli agenti della squadra Volante della questura.
La folla nel frattempo era cresciuta ancora, dalle finestre delle palazzine volavano piatti: «Andatevene, lasciateli in pace». Qualcuno urlava, una donna si è sentita male. La rivolta si era estesa a tutte le case popolari, non era considerato un motivo valido il fatto che la piccola famiglia si fosse installata lì senza titolo, che magari quella casa potesse spettare ad un’altra famiglia bisognosa. Ora c’erano loro e come si faceva a mandarli via? La tensione stava crescendo, il dirigente dalla squadra Volante Gian Franco Murgia è arrivato con un’altra pattuglia. Certo, bisognava eseguire lo sfratto, ma la situazione si stava facendo incandescente, la gente chiamava altra gente, tutti ce l’avevano col Comune che voleva mandare in strada tre innocenti. La donna era in casa, con la porta aperta, ma seduta sul pavimento e decisa a restare.
Le ore passavano, l’unica possibilità di eseguire lo sfratto alla fine era l’uso della forza. Contro gente inerme? Contro una piazza che vociava e basta? Alla fine il dirigente di polizia ha richiamato gli agenti e i vigili urbani sono tornati in caserma.
Ci dovrà essere un modo, ma non poteva essere quello che ieri mattina a un certo punto era diventato l’unico. Forse ci sarà una possibilità di trovare un’altra casa, anche provvisoria, per sistemare la piccola famiglia sfortunata? Ieri è stata evitata l’irragionevolezza di un intervento di forza contro due persone inermi e un quartiere deciso a difenderle. Quale altra azione potrà essere compiuta per mettere questa famiglia in condizione di non forzare la situazione?