Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La tassa sulle bistecche

Fonte: L'Unione Sarda
15 maggio 2012

LO SFOGO. Gli operatori e le regole fiscali che impongono incassi-standard
 

Gli sconti dell'ultima ora? «Ci proibiscono di farli»
«Qui era un divertimento, ora non più». Cresciuti a pane e bistecche i fratelli Puddu (Mario e Pasquale) sono i veterani di Santa Chiara come risulta dall'attestato di benemerenza ricevuto tre anni fa dal Comune: il posteggio l'hanno ereditato dal padre, macellaio fin dai tempi del mercato storico del Largo Carlo Felice demolito nel 1956. La sua foto campeggia nel box, lo ritrae in mezzo agli agnelli appesi ai ganci. Ha insegnato il mestiere ai figli, compreso il segreto di farsi amici i clienti con lo sconto dell'ultima ora. «Ora non possiano più farlo, altrimenti ci considerano evasori». In soldoni: contro la crisi non possono usare l'arma della convenienza.
Possibile? «Certissimo». Sanguigni e polemici, i fratelli Puddu si lanciano in una filippica contro gli «studi di settore», vale a dire l'elaborazione a tavolino degli incassi preparata a Roma per ciascuna categoria: «L'Agenzia delle entrate ci dice che sulla carne dobbiano fare un ricarico di almeno il trenta per cento. Altrimenti ci dicono che dobbiamo chiudere, oppure che siamo evasori». Papale papale: «Sì, proprio così: non contano gli scontrini fiscali. No, conta solo quello che secondo loro è il nostro guadagno presunto. Guardano il fatturato, cioè quanta merce abbiamo acquistato dai grossisti in un anno e poi ci chiedono di pagare le tasse su un guadagno presunto, ipotizzando un ricarico del trenta per cento». Incassi-standard, elaborati da esperti a Roma che hanno messo in crisi abitudini di contrattazione commerciale tramandati di padre in figlio: «Non possiamo fare più sconti come una volta. Ci hanno tolto la libertà di vendere e la voglia di lavorare».
La Finanza si fa vedere ogni tanto, ma qui non è il caso di scomodare i blitz-spettacolo di San Benedetto. Il mercatino rionale di Santa Chiara conta dieci posteggi, ciascuno di sette metri quadri. Quattro sono in attesa di un titolare: il Comune li ha assegnati dopo un concorso. Ospiteranno anche un'attività di pasta fresca, dolciumi e un'enoteca. Quanto serve per fare un passettino in avanti all'offerta commerciale di una struttura che ha conosciuto anni ruggenti.
A intermittenza il Comune ha messo in piedi qualche inziativa per rianimare Santa Chiara: una fiera di bancarelle sotto Natale tre anni fa, stessa data per una partnership con una galleria d'arte. Timidi tentativi rimasti senza seguito, annegati in un mare di buone intenzioni. (a.m.)