Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fritto misto del quartiere

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2012

LA SPESA. Novanta posteggi, pienone solo nel fine settimana, malumori e creatività

Via Quirra, il mercato resiste grazie alle casalinghe

Fritto misto alle 10 del mattino, Via Quirra si presenta già dall'olfatto: una zaffata di calamaretti e pesciolini di frittura esce dall'ingresso, invade il parcheggio, entra nelle bancarelle, dà il buongiorno al popolo della spesa. La «gastrononia ittica» è ultimo nato tra i box di un mercato specchio fedele del quartiere di San Michele e Is Mirrionis. Ne è il cuore pulsante, anche se il battito è diminuito rispetto agli anni d'oro. Vivacchia grazie a una clientela popolare abituata a contare i centesimi. Casalinghe, quasi tutte anziane: mamme e nonne che acquistano per il pranzo ogni mattina e non si tirano indietro se c'è da attaccare bottone. Con un effetto secondario, quello di calmierare i prezzi.
SALUMI «Preferisco guadagnare di meno, ma tenermi stretta la mia clientela», spiega Andrea Vargiu salumiere. Ha nove dipendenti e acquirenti fissi da lunedì fino a giovedi. «Tutti anziani. Solo il venerdì e il sabato vedo facce diverse. Gente che viene a comprare solo nel fine settimana».
Alla concorrenza dei centri commerciali, i-prendi-tre- paghi-due, via Quirra può mettere sul piatto solo «freschezza e prezzi bassi». Il comfort di sicuro no: c'è solo una scala mobile, tre rampe negli altri due ingressi che mettono a dura prova le gambe delle donne avanti con gli anni. Possono però utilizzare il montacarichi: gli addetti del mercato che conoscono il problema chiudono un occhio.
È una grande famiglia dove il settore-pesce ha un traino di 22 box (sei riservati alla piccola pesca), con 23 macellerie, 16 banchi di frutta e verdura e sei di altrettanti produttori agricoli di Sestu. Infine sei panifici con una media giornaliera (approssimata ma non troppo) di 100-120 chili venduti a box. Ma fino a qualche anno fa era il doppio.
OFFERTA SPECIALE La creatività è una risorsa. Nel settore piccola pesca c'è il «Pacco misto» inventato dalla famiglia Seddio di Sant'Elia. La notte padre e tre figli pescano nel golfo, la mattina vendono proponendo un'«offerta speciale» a cinque euro: arroccali, pisciu rei, vacchette ammonticchiati in un foglio di carta oleata. Peso alla buona (un chilo e mezzo grosso modo), prendere o lasciare. Il fritto misto è invece la new entry, dieci giorni di vita appena, frutto dell'inventiva di Alessandro Porceddu, pescivendolo. «Ho voluto proporre qualcosa di nuovo per arricchire l' offerta». Nel box lavorano in tre: due cucinano (burrida, scabecciu, polpo), Marcella Cacciuto pesa e vende «a prezzi variabili secondo le quotazioni del giorno».
Aperto nel 1984 l'emporio civico dà un reddito a quattrocento persone, sommando anche il contorno degli ambulanti irregolari. Compresi, i senegalesi e i ragazzi con la faccia scavata che vendono ravanelli all'ingresso.
Gente che tira a campare, tollerata se ognuno resta al suo posto. Col qualche risultato: da un paio d'anni le facciate non vengono più imbrattate, non si fa più vedere una cricchetta di tossici soliti radunarsi la sera.
«Paradise» riporta l'insegna di uno stand di alimentari. «Cavalleria», quello di carne equina gestito da Massimo Scano, figlio d'arte come tanti qui (il padre lavora nel posteggio opposto). Bruno Medas è invece venditore della prima ora, promotore di una raccolta di firme. Il suo banco è il borsino che dà in picchiata il consumo di bistecche di cavallo. «Lavoravo in media tra i 700 e i mille chili ogni settimana. Oggi arrivo a 400. Ma ci sono colleghi che fanno molto di meno». Il mercato sopravvive, la clientela invecchia, le abitudini alimentari cambiano: anche qui i macellai vendono soprattutto carne già condita, pronta per la padella. Nella brace cercano di non finirci loro.
Antonio Martis

 

L'APPELLO. Ambulanti e titolari dei box-vendita si sentono abbandonati
«Salvateci dal deserto»
I prezzi bassi non bastano, attorno ci vogliono servizi
Una blusetta made in Italy tre euro, un abito da sera con lustrino dodici, dieci con lo sconto. Prezzi bassi, ma clienti sempre meno numerosi. Gli ambulanti sono l'altra faccia di via Quirra, vivono in simbiosi col mercato anche se la convivenza non sempre è filata liscia. Sulla carta una cinquantina di posteggi regolari, cifra ballerina che esplode nei giorni di ressa (sabato). «Qui ci sentiamo abbandonati», denuncia Giulio Errante, il portavoce storico del popolo delle bancarelle. «Il rione si sta spopolando, e non vediamo grandi prospettive se il Comune non interviene». Vende vestiti nella stessa postazione davanti all'ingresso da vent'anni e può godere di una clientela affezionata. Può perfino permettersi di far provare a casa un capo di abbigliamento. «C'è fiducia con i clienti vecchi, ma di nuovi non se ne vedono».
Una piccola casba (e non solo per i dieci-quindici senegalesi che vendono i falsi). «Abbiamo proposto di regolarizzare la situazione, realizzare dei gazebo, farne un mercatino come si deve, ma sono state parole al vento».
Come quelle lasciate senza risposta un annetto fa da un documento firmato dagli operatori. Eccolo. «Questo è un grido di disperazione di oltre duecento tra concessionari e dipendenti, operatori che vedono il loro lavoro diminuire giorno per giorno. Il mercato, nato 24 anni fa, vanta all'interno una professionalità di prim'ordine e un assortimento di prodotti di qualità e con prezzi contenuti». Eppure «i clienti da anni vengono a mancare e noi ci siamo chiesti come mai».
Già, come mai? «Il mercato, ci dicono, offre un ottimo servizio interno e un pessimo servizio esterno. Noi operatori constatiamo tutti i giorni le difficoltà di accedere al mercato. Oltre ai parcheggi, ci sono evidenti difficoltà per le persone anziane, per i disabili. Per salire ad esempio nel piano superiore. Bisogna utilizzare una scala mobile antiquata o servirsi del montacarichi».
Oltre a un parcheggio (che è stato poi aperto a pagamento fino alle 13), i commercianti suggerivano la realizzazione di una serie di servizi capaci di ravvivare l'ambiente esterno.«Una struttura dove sistemare gli ambulanti col posto fisso, un ufficio postale, uno sportello bancario, una lavanderia. Ovvero tutte le comodità utili alla vita quotidiana del rione. Darebbero un'immagine diversa, molto più dinamica e produttiva della città stessa». Suggerivano perfino un bus-navetta per chi viene da fuori. Belle idee, in attesa di fatti. (a.m.)