Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

De minimis flop Revoche a raffica fondi perduti dalla burocrazia

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 maggio 2012

 

COMUNE Sedici aggiudicatari dei fondi europei per lo sviluppo di imprese in città hanno perso il finanziamento. Lippi, Confapi: i tempi degli uffici non seguono quelli del mondo produttivo

Sono sedici le richieste revocate per il bando 2005 e 2006 dei “De minimis”, i fondi europei erogati dal Comune per l’apertura di piccole attività. Nel numero rientrano anche i finanziamenti creati ad hoc per fare piccola impresa “in aree svantaggiate ”, come i quartieri di Sant’Elia o Is Mirrionis. Si tratta di cifre non astronomiche, massimo 40 mila euro per ogni progetto approvato dal bando, che però sono state tolte ai diretti interessati perché, come si legge nelle lunga lista di determinazioni del dirigente del settore Politiche europee, che vanno da gennaio ai primi di maggio di quest’anno, «non hanno rispettato gli impegni assunti all’atto della sottoscrizione del contratto».

LE DECISIONI DI REVOCA Il meccanismo, almeno sulla carta, sarebbe utile per dare gambe a piccole e medie imprese, ma spesso, come specifica Francesco Lippi, numero uno di Confapi Sardegna, rimane stritolato negli ingranaggi infernali della burocrazia e nei suoi tempi lunghissimi. Dall’assessorato al Bilancio, diretto da Gabor Pinna specificano che «il bando era stato avviato anni fa, le imprese non sono partite perché non si erano rispettati determinati criteri. Le delibere di revoca sono quindi atti dovuti che aveva iniziato la precedente giunta». È stata la giunta Floris ad inviare agli imprenditori in erba poi risultati non affidabili, “una nota protocollata” rimasta inevasa dove si chiedevano chiarimenti riguardo al mancato rispetto degli impegni presi. Che poi non erano niente altro che l’obbligo di presentare entro otto mesi dalla firma dell’accordo con il Comune il programma intero di spesa, ossia il dettaglio di come sarebbe dovuto essere impiegato il finanziamento. Quindi in sedici non hanno rispettato il patto, contributo azzerato ma non perso, come specifica ancora Lippi: «Viene destinato ai primi che sono stati esclusi dalla graduatoria, dando una possibilità a chi era rimasto fuori in un primo momento » .

IL DRAMMA BUROCRATICO Ma il problema principale è sempre lo stesso: «I tempi della burocrazia non coincidono per nulla con quelli dell’impresa», dichiara senza mezzi termini il leader di Confapi. E così capita che dopo il bando aperto nel 2006 la stipula del contratto con l’amministrazione avviene quattro anni dopo, insieme anche all’eroga - zione di una parte di contributo che permette l’avvio dell’attività. A quel punto però può anche succedere che «l’idea un tempo vincente e magari anche originale sia stata già realizzata da chi aveva magari risorse e denari immediatamente spendibili», spiega ancora Lippi. Tra l’altro, rivela sempre il presidente di Confapi, «manca ancora una forma di diritto che tuteli chi presenta il bando». Cioè l’imprenditore alla ricerca di successo convinto di avere in tasca il progetto giusto. Da qui l’appello: «In questo momento di crisi dove tutte le attività sono in difficoltà è opportuno che i tempi della politica coincidano con quelli dell’impresa. Queste risorse sono indispensabili per ridare fiato alla nostra economia, bisogna rispettare le necessità di chi sceglie di creare posti di lavoro».

Francesca Ortalli