Rassegna Stampa

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Il Cagliari Social Forum al ministro: “Inni al fascismo, ora deve rimuovere il prefetto”

Fonte: web Castedduonline.it
3 maggio 2012

3/05/2012 01:25
Primo piano

Lettera aperta del Cagliari Social Forum al ministro degli Interni sugli scontri del 25 aprile a Cagliari: “Signor Ministro, pensiamo non Le sia sfuggito quanto accaduto a Cagliari il giorno 25 aprile; il Prefetto ha deciso di autorizzare una manifestazione con relativa deposizione di una corona al monumento dei Caduti da parte di gruppi neofascisti/neonazisti per ricordare i caduti della Repubblica di Salò, “soldati” impegnati a tempo pieno a trovare e catturare cittadini italiani ebrei, bambini e malati inclusi, antifascisti e partigiani da consegnare ai camerati tedeschi per lo sterminio dei campi. La manifestazione è stata autorizzata malgrado le proteste del Sindaco di Cagliari, dell’ANPI, di un nutrito numero di parlamentari oltre che del coordinamento antifascista cagliaritano, proteste motivate dal fatto che i gruppi in questione, con la scusa di onorare i morti di Salò, come da tradizione, commettono una chiara apologia di fascismo, con saluti romani, inni del ventennio, stendardi e bandiere con simboli neofascisti. Ciò ha comportato lo sgombero forzato da parte delle forze dell’ordine, di un nutrito gruppo di anti-fascisti che si trovavano nella piazza prospiciente il monumento, Piazza intitolata ad un grande antifascista sardo: Antonio Gramsci. Si è così verificato un paradosso: per consentire ai neofascisti nella giornata del 25 aprile di inneggiare al nazifascismo il questore ha deciso di fare sgomberare con i modi che la stampa locale ha avuto modo di documentare, la Piazza Gramsci. Noi riteniamo questo un fatto grave, un fatto che non può non avere ripercussioni, Le chiediamo, dunque, di valutare l’ipotesi della rimozione del Prefetto, per aver permesso che un reato (quella dell’apologia del fascismo) venisse commesso anche nella giornata del 25 aprile fatto questo che ha provocato la reazione spropositata delle forze dell’ordine sfociata nell’impedimento ad usufruire di una piazza a degli antifascisti”.