Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Porticciolo, la Regione blocca l’intervento

Fonte: La Nuova Sardegna
27 aprile 2012



Oggi assemblea con gli abitanti promossa da Sel per chiedere più attenzione verso il rione




CAGLIARI Per il porticciolo di Sant’Elia, c'è il via libera della Giunta comunale al progetto per i lavori di realizzazione della struttura destinata alla piccola pesca del quartiere cagliaritano. Sin da dicembre scorso su proposta dell'assessore ai Lavori pubblici, Luisa Anna Marras, erano stati approvati il progetto preliminare generale e quello del primo lotto funzionale. Allora l’amministrazione puntava anche a non perdere il finanziamento da cinque milioni di euro previsti dalla Regione nel dicembre 2004 per il primo lotto. «Ma tutto è stato bloccato», precisa Marisa Depau, consigliera comunale della Sel, che per questo pomeriggio alle 17,30 ha promosso un’assemblea pubblica a Sant’Elia, da tenersi presso la zona del porticciolo. «Dalla Regione - spiega Depau - un funzionario ha riferito che lo stop nasce perché c’è un analogo progetto a la Scafa. Ma a parte l’assurdità di tutto questo: dall’attesa del borgo ai milioni stanziati, va ricordato che per Sant’Elia il porticciolo è funzionale ai pescatori e allo sviluppo di una delle attività centrale del rione, la pesca appunto». Il progetto sul primo lotto prevede la realizzazione dei moli di sopraflutto e sottoflutto, dei sovraccarichi nei tracciati delle banchine interne e i primi scavi per il dragaggio. Nell’assemblea di questo pomeriggio, oltre al problema-porticciolo, si parlerà anche, sottolinea Depau, «del mancato intervento per la riqualificazione dei palazzoni, del recupero del lungomare e della necessità che si utilizzino gli spazi (come la piazza-anfiteatro vicino alla chiesa) per eventi culturali». (r.p.)

 

I palazzoni

Quei milioni mai spesi per il recupero abitativo




di Roberto Paracchini wCAGLIARI «Perché non si spendono i 35 milioni di euro per il recupero abitativo dei palazzoni di Sant'Elia», domanda Marisa Depau, consigliera comunale Sel, che ha promesso per oggi una assemblea pubblica a Sant’Elia (per le 17,30). A suo tempo, nel marzo del 2008, era stato firmato un accordo di programma tra gli allora sindaco Emilio Floris e governatore della Sardegna Renato Soru che prevedeva diversi interventi per Cagliari. Tra questi, oltre al museo dell'arte nuragica e contemporanea Betile e il campus universitario, c'era anche l'intervento sui palazzoni. La firma sarebbe dovuta essere ratificata un mese dopo dal consiglio comunale, ma la sigla non c’è stata. Intanto il quartiere resta sempre ai margini con problemi di mancanza di servizi che accentuano il disagio degli abitanti. Ora il progetto di massima per la prima trance di investimenti per il recupero abitativo dei palazzoni di Sant'Elia è in fase di realizzazione e dovrebbe essere pronto entro fine anno. Nelle casse di Area (ex Iacp), titolare dell'intervento di riqualificazione, ci sono circa 34-35 milioni. Adesso, dopo quattro anni di attesa e secondo quanto affermato da Area, qualcosa si sta muovendo. Ed è stato predisposto un tavolo tecnico tra il Comune e l’ente delle case popolari per verificare la titolarità delle varie zone interessate ai lavori. La prima trance del progetto su cui sta lavorando l'ex Iacp si rifà alle ipotesi redatte dall'equipe dell'architetto Rem Koolhaas e riguarda gli interventi detti «infrastrutturali»: il recupero di tutto il «contorno» delle e alle abitazione. Il piano complessivo, secondo il progetto Koolhaas, preve un finanziamento di centottanta milioni di euro. Ma su come recuperare l'intera somma, Area non sa niente. Il problema centrale e preliminare al bando di queste prime opere, è però un altro e riguarda la proprietà delle aree, che si porta dietro una serie di problemi irrisolti. In pratica non si potrà bandire il bando per i lavori di questa prima trance se non si conosce esattamente la titolarità delle zone su cui intervenire (e questo prerequisito non c'è). Durante la realizzazione del progetto di massima, Rem Koolhaas aveva fatto fare anche un'inchiesta-confronto sui desideri degli abitanti. E questa aveva mostrato come vi fosse un'ampia contrarietà verso la rimozione completo dei palazzoni (ipotesi iniziale), mentre c'era una grossa richiesta di interventi legati ai servizi e agli spazi «in grado di creare socializzazione e di collegare il rione col resto della città». Da qui l'idea di un intervento di riqualificazione che tenesse conto dell'ambiente locale. «Ma sino ad ora - commenta Depau - non c’è ancora niente».