Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, la Regione blocca Cualbu

Fonte: La Nuova Sardegna
16 aprile 2012



Negata in base al Ppr l’autorizzazione a realizzare alcune strade nell’area edificata che fiancheggia via Is Maglias





CAGLIARI A Tuvixeddu non è possibile metter su un solo mattone, la sentenza emessa ad aprile 2011 dal Consiglio di Stato ha fermato qualsiasi iniziativa immobiliare. La conferma è arrivata in queste ore: la Regione ha negato l’autorizzazione richiesta da Nuova Iniziative Coimpresa per alcune strade previste nell’accordo di programma del 2000. La decisione è quasi un atto dovuto, perchè la sovrintendenza architettonica ha dato parere negativo in base all’articolo 49 del piano paesaggistico regionale. Ecco che cosa significa: quell’articolo, cui il Consiglio di Stato ha fatto riferimento nell’ormai celebre sentenza, prevede che i livelli di vincolo da imporre sull’area dei colli punici vengano ridefiniti sulla base di un accordo tra ministero dei Beni culturali, Regione e comune di Cagliari. Fino al giorno in cui l’intesa sarà stata raggiunta il vincolo efficace è quello stabilito dall’amministrazione Soru col Ppr e confermato dai giudici di Roma. Quindi non si può costruire nulla, neppure una strada e neppure nell’area privata che fiancheggia via Is Maglias, dove il gruppo Cualbu ha già realizzato tre palazzine. Chi era convinto che l’accordo di programma firmato nel 2000 garantisse ancor’oggi al costruttore la possibilità di andare avanti col progetto adesso è servito: il contenuto dell’accordo - un contratto civile a tutti gli effetti - dev’essere verificato punto per punto alla luce delle norme imposte col Ppr, quindi in base ai vincoli e alle prescrizioni dello strumento di pianificazione. Prevale il Ppr e se qualcosa potrà essere realizzata in futuro su Tuvixeddu e Tuvumannu prima il Comune dovrà allineare il Piano urbanistico comunale al Ppr oppure - questa è la linea dell’ufficio legale della Regione - procedere con intese punto per punto, che coinvolgano Regione e Beni culturali. Fuori dagli aspetti tecnici e dalle vertenze in corso per gli eventuali risarcimenti: per Tuvixeddu si ritorna al punto zero e archiviata la gestione contradditoria del passato stavolta gli uffici territoriali dei Beni culturali sembrano decisi a far rispettare le norme sino in fondo. In questo caso, aperto dalla richiesta di nullaosta presentata da Coimpresa, le norme efficaci sono soltanto quelle contenute nel Ppr e a quelle ha fatto riferimento il sovrintendente Gabriele Tola. Per Nuova Iniziative Coimpresa non resta ora che attendere. Il futuro del progetto immobiliare è piuttosto nebuloso e dall’orizzonte dell’impresa privata sembra ormai scomparso anche il tentativo involontario dell’amministrazione Zedda di riportare l’orologio della vicenda Tuvixeddu indietro di un anno: la delibera che faceva riferimento al Puc attuale è rimasta nei cassetti della giunta e il lavoro di adeguamento dello strumento urbanistico al Ppr è cominciato in perfetta coincidenza con le proteste delle associazioni. Ora l’attenzione si sposta sulle decisioni del la Corte d’Appello civile di Roma, che il 24 aprile tratterà in camera di consiglio il ricorso presentato dalla Regione e dall’ex governatore Renato Soru con l’ex assessore Gianvalerio Sanna contro il lodo parziale emesso dal collegio arbitrale nella vertenza sui risarcimenti, aperta dai legali di Nuova Iniziative Coimpresa con una richiesta complessiva di 72 milioni di euro. Nel giro di pochi giorni dovrebbe arrivare anche la relazione dell’advisory Deloitte srl sull’ammontare dell’eventuale indennizzo che la Regione dovrebbe versare. ©RIPRODUZIONE RISERVATA