Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La fantasia diventa arte Ceramiche d'autore raccontano un'azienda

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2012

Cagliari, opere della collezione Lenci al Teatro Civico


“Ludus Est Nobis Constanter Industria”: viene da un acronimo il marchio Lenci, premiata ditta che ha diffuso nelle case d'Italia e di mezzo mondo la fantasia coniugata all'arte. La manifattura fondata a Torino nel 1919 da Enrico Scavini produceva all'inizio ogni sorta di suppellettile: tappeti, cuscini, scialli, giocattoli in un panno colorato trattato con una tecnica che consisteva nel dare forma agli scampoli di feltro pressandoli a caldo in stampi metallici. Il feltro di lana cardata e mohair non ha trama né ordito né si sfalda e sui visi delle celebri bamboline ha un velo di mussola cosparso di polvere di vellutina.
Tenere, ingualcibili, morbide al tatto e alla vista, le creaturine Lenci ebbero presto delle sorelle più solide, quelle in ceramica che oggi sono oggetto principale della bella mostra allestita da ieri sino a tutto maggio al Teatro Civico di Cagliari. “Lenci, ceramiche in Sardegna” ha un doppio motivo d'interesse: tutti gli oggetti esposti sono stati reperiti nel territorio e tra le firme appaiono molti artisti isolani.
Edina Altara, Valerio Pisano, Eugenio Tavolara si aggiunsero alla schiera di nomi illustri che disegnarono per una fabbrica che pur rivolgendosi al grande pubblico, chiamò a raccolta i talenti contemporanei. Di aree diverse, cosa che si riflette anche nella varietà delle composizioni, che variano dalle “grugnette” (signorine grandi firme dal viso maliziosamente imbronciato) alle madonnine, alle maternità, alle scene di gruppo dagli esattissimi particolari. Tra i collaboratori della Lenci, Marcello Dudovich, Giò Ponti, Gino Levi Montalcini, Gigi Chessa, Paola Bologna, Giuseppe Porqueddu. Dunque, pittori, architetti, illustratori, cartellonisti, scenografi.
Son ben spiegate, nel catalogo corredato dai testi e dalle schede di Antonello Cuccu e Concettina Ghisu, la storia e la singolarità di un'azienda che ebbe la sua anima creativa in Helen König, moglie di Scavini, diplomata in fotografia a Düsseldorf, ceramista ella stessa nonché amica di Clare Burchart, progettista per la Rosenthal.
La selezione cagliaritana offre un compendio di stili e ispirazioni, e rende omaggio all'opera di aziende locali, come il laboratorio di Alessandro Mola, il mobilificio Cau, la galleria Palladino che forgiarono e misero in commercio le sculture invetriate allineandosi alla tendenza nazionale. In mostra i vasi e le figurine di Mario Sturani e di Sandro Vacchetti,le anitre allo stagno di Felice Tosalli, una stupefacente scatola Viberti che ha per pomello un minuscolo pullmann. Soavi, le testine con la cuffietta di Desulo, le portatrici di acqua e di corbule, le donne con le gonne plissettate di un filone regionale interpretato con tenerezza.
Gli esemplari prodotti dalla Lenci (che ebbe nella crisi del 1929 un grave contraccolpo e fu chiusa definitivamente nel 1964) erano carissimi, racconta Antonello Cuccu, esperto del settore. Erano realizzati con materiali di pregio - come i lapislazzuli per gli smaglianti blu - e ogni pezzo era assemblato con tasselli e richiedevano moltissime ore di lavoro. Oggi, tra i collezionisti, spuntano quotazioni di migliaia di euro.
Alessandra Menesini