Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cellino: «Rinuncio al nuovo Sant'Elia»

Fonte: L'Unione Sarda
3 ottobre 2008

Stadio. Lettera al sindaco del presidente della società rossoblù: «Il termine è scaduto»

«Nessuna risposta dal Comune, io ho fatto tutto il possibile»

L'ultimatum contenuto nell'ordine del giorno del Consiglio è scaduto il 30 settembre.
L'ultimatum contenuto nell'ordine del giorno approvato il 25 luglio della maggioranza di centrodestra era categorico: entro il 30 settembre il sindaco doveva porre in essere «gli atti di competenza al fine di stipulare una convenzione con il Cagliari calcio per la costruzione di un nuovo stadio». La data non è stata rispettata e Massimo Cellino saluta e se ne va: «Non farò più lo stadio». Il no, definito «irrevocabile» dal presidente del Cagliari calcio, è contenuto in una lettera personale indirizzata al sindaco. «Prendo atto del fatto che nulla è stato fatto. La società ha fatto di tutto: ho formalizzato la proposta, ho annunciato un investimento consistente, ho presentato il plastico ed ho messo a lavorare gli ingegneri anche a ferragosto per far avere tutti i documenti tecnici al Comune. Ma evidentemente non c'è la volontà di farlo, lo stadio. Dopo sette anni ringrazio e saluto, senza polemiche. Farò lo stadio altrove, quando avrò meno preoccupazioni per la squadra».
La rinuncia arriva a pochi giorni dall'annuncio, da parte del sindaco, della costituzione di una commissione di esperti giuridico-urbanistici che avrebbero dovuto supportare il Comune nella trattativa con la società rossoblù. Una commissione che Cellino interpreta come la volontà di non far nulla: «Sono vent'anni che in Lega calcio ci inventiamo le commissioni. Ma lo sanno tutti che servono solo per non decidere, è evidente. Io volevo investire molti soldi in un terreno non mio per un impianto che sarebbe rimasto all'amministrazione comunale. Ho la coscienza a posto. Forse qualcuno al Comune di Cagliari spera che il Cagliari retroceda o finisca come la Torres. Non sarà così».
E se la lettera fosse uno strumento di pressione per indurre Floris a forzare i tempi? E se il Comune domani gli desse il via libera? «Non cambierebbe niente, ho deciso e non torno indietro. Ho atteso per sette anni, ora basta, discorso chiuso».
Chissà se davvero è una pietra tombale o un'auspicata ripresa del Cagliari potrebbe cambiare le cose. Certo è che la missiva chiude l'ennesimo capitolo di una guerra (o forse una farsa) che dura da otto anni. Fu Mariano Delogu, nel 2000, a ricevere la prima proposta del Cagliari calcio. L'ex sindaco disse no: «Se vogliamo fare uno stadio nuovo si faccia una gara internazionale».
La partita ricominciò con l'amministrazione Floris, Ma i buoni auspici di Ghigo Solinas, compianto presidente del Consiglio comunale e amico di vecchia data del numero uno della società rossoblù, non servirono ad andare oltre infuocati dibattiti consiliari: il Consiglio si divise tra chi auspicava una gara internazionale (Riformatori) e chi (un partito trasversale) diceva no ai centri commerciali dentro lo stadio, e chi (anche pezzi della maggioranza) diceva no alla concessione al Cagliari calcio del diritto di superficie sull'area del sant'Elia.
Cellino, a dire il vero, non ha mai forrmalizzato una vera proposta. Tuttavia, la Giunta ha sempre riconosciuto la necessità di avere uno stadio nuovo tanto che nel 2006 deliberò tre proposte per la ristrutturazione del sant'Elia quantificando i costi tra i 35 e i 45 milioni di euro a seconda del tipo di intervento (ricostruzione parziale o totale).
L'estate scorsa il Cagliari calcio ha riprovato l'affondo presentando al Comune il plastico della Karalis arena da 25 mila posti e formalizzando la proposta il 22 luglio. Ne è seguito un dibattito in Consiglio (con polemiche legate al fatto che la proposta venne indirizzata solo al sindaco) e approvazione dell'ordine del giorno con la scadenza perentoria del 30 settembre. Che il Comune non ha voluto o potuto rispettare.
FABIO MANCA

03/10/2008