Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abusivo il cantiere sotto le mura?

Fonte: La Nuova Sardegna
2 ottobre 2008

GIOVEDÌ, 02 OTTOBRE 2008

Pagina 2 - Cagliari


Il Corpo Forestale alla Procura: nullaosta scaduti e violato il Ppr



Una colata di cemento e una strada di pietra sotto palazzo Viceregio

CAGLIARI. Negli anni Trenta era un giardino dove i ragazzi facevano ginnastica all’aperto, poi è diventato uno spazio inutilizzato ai piedi delle mura di Castello. Infine il Comune ha pensato di rivoluzionare il percorso storico di viale Regina Elena, appena prima del parcheggio Apcoa: un’area attrezzata, come piace all’amministrazione Floris. Con l’inevitabile locale di ristoro e le solite tonnellate e tonnellate di cemento. Ora la Procura vuole capire se chi a luglio scorso ha denunciato la trasformazione scriteriata di quello spazio pubblico ha visto giusto nell’affermare che qualcosa non quadra: prima una verifica del Nucleo ispettivo della Guardia Forestale, poi l’acquisizione di tutti gli atti negli uffici comunali.
Ora il fascicolo - nessun reato in ipotesi, per adesso - è nelle mani del sostituto procuratore Marco Cocco, che dovrà valutare se il cantiere eterno di fronte al Terrapieno è stato aperto legalmente e se i lavori sono andati avanti in linea con le norme del Ppr e dell’Urbanistica.
Le irregolarità possibili sarebbero due: i nullaosta scaduti e la vicinanza delle mura storiche, in palese contrasto con le norme del piano paesaggistico regionale. Se il magistrato accerterà che le autorizzazioni sono davvero andate oltre i limiti della validità prevista dalla legge il cantiere sarebbe abusivo e scatterebbe il sequestro giudiziario. Lo stesso provvedimento verrebbe assunto dalla Procura se le mura di Castello facessero parte dell’elenco dei beni identitari previsto dal recente emendamento alla legge urbanistica. Se poi le mura risultassero fuori dalla cartografia dei beni da tutelare col vincolo - il Ppr stabilisce che non si può mettere su un mattone a meno di cento metri dal bene protetto - la vicenda sconfinerebbe nel comico: dell’elenco fanno parte chiese e edifici di dubbio valore storico-culturale, come si potrebbe giustificare il ‘taglio’ delle mura che reggono il palazzo Viceregio e l’intero bastionamento di piazza Indipendenza?
Aperta a luglio scorso con una delega al Corpo Forestale firmata dal sostituto Daniele Caria, l’indagine della Procura è appena entrata nel vivo. La prossima settimana è previsto un incontro in Procura fra i responsabili del Corpo Forestale e il sostituto Cocco per fare il punto sul caso di viale Regina Elena. Il magistrato è impegnato in questi giorni nell’esame tecnico degli atti raccolti in Comune e della documentazione legata al Ppr. Si tratterà di capire se l’impresa di costruzioni Cuboni di Lanusei - che a suo tempo ha vinto l’appalto per i lavori, finanziati con fondi dei piani integrati territoriali, un milione e centomila euro più la sicurezza - ha operato secondo le indicazioni dell’ufficio tecnico comunale e se tutte le prescrizioni di legge sono state rispettate.
Chi volesse farsi un’idea dell’imponenza dell’intervento può dare uno sguardo dall’alto di via Fossario: è stata realizzata un’enorme rampa in cemento, che collega l’area del camminamento all’inutile terrazza ricavata sul tetto del parcheggio Apcoa. Poi altre strutture a ridosso delle mura storiche che hanno completamente cancellato - fatta eccezione per qualche alberello ormai rinsecchito - la vegetazione.
A che cosa possa servire questo spazio proprio di fronte a un Terrapieno eternamente deserto è uno dei misteri che circondano le scelte dell’amministrazione comunale, impegnata in opere monumentali ma indifferente allo stato pietoso in cui si trovano le strade della città. (m.l)