Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Viveva per la politica»

Fonte: L'Unione Sarda
29 marzo 2012

Il ricordo del consigliere comunale, scomparso un mese fa

La madre di Paolo Carta: grazie alla città

«Sa cosa mi ha stupito di più? Vedere quanta gente ci è stata vicina. Sapevo che Paolo era ben voluto, anche per la sua attività politica. Ma non credevo di ricevere così tanto affetto». Paola Palomba ci tiene a ringraziare soprattutto «gli operatori del mercato di San Benedetto: ho conservato tutti i loro biglietti». A un mese dal funerale del figlio, l'ex assessore e consigliere comunale Paolo Carta, dice di aver cominciato solo ora ad accorgersi di ciò che è successo: «In quei giorni ero stordita: ho perso Paolo dall'oggi al domani, mio marito è stato ricoverato in ospedale per un malore. Non è stato semplice». Ieri è stata celebrata la messa di trigesimo. E anche in questa occasione il Comune ha dimostrato la sua vicinanza: il Consiglio è stato anticipato di due ore per permettere a tutti di partecipare alla funzione religiosa e Renato Serra, che ha preso il suo posto in Aula nei banchi dell'Udc, ha preannunciato la richiesta di intitolargli «una sala del Municipio, una strada o una piazza».
La città è stata molto vicina alla sua famiglia.
«Io, mio marito e mia figlia vogliamo ringraziare tutti. In chiesa c'erano tantissime persone. Ho realizzato tutto quando ho visto la città che si è fermata, i vigili urbani che aspettavano il carro funebre fuori dal Municipio, il corteo fino a viale Trieste».
Il Comune ha deciso di allestire la camera ardente.
«Non me lo aspettavo e ringrazio chi ha avuto l'idea. È stata una bella sorpresa. In fondo era la sua seconda casa».
Consigliere comunale e assessore da giovanissimo: suo figlio ha iniziato presto a fare politica.
«Mi ricordo quando aveva sei-sette anni. Allora c'erano i governi che duravano qualche mese: lui prendeva un foglio e faceva uno schema delle possibili alleanze. E quasi sempre azzeccava. Non pensava ad altro, era la sua vita. Faceva tutto con una grandissima passione».
Dicono: quello che è successo è anche colpa dello stress.
«Lui si impegnava fino in fondo in ogni cosa. Ricordo che dopo le elezioni regionali ci rimase molto male, non diventò consigliere per pochi voti. Forse il partito non lo sostenne tantissimo, ma è acqua passata. Lui è sempre stato fedele all'Udc».
È stato suo marito Ariuccio Carta a trasmettergli la passione per la politica.
«Sì. Io all'inizio non ero molto contenta: so bene cosa vuol dire questa scelta, ci ho convissuto per anni. Però Paolo lo sentiva, voleva fare questo nella vita».
Michele Ruffi